Forza Nuova e CasaPound "bannati" da Facebook
Fa' un po' vedere... Casa Pound, Casapound, Simone Di Stefano, Giuanluca Iannone... no, non esistono più. Fino a stamattina c'erano, adesso sono scomparsi... puff. Dal mondo? Sì, ma solo da quello social di Facebook e Instagram.
Decine le pagine collegate a CasaPaound Italia che sono state oscurate dai social di Mark Zuckerberg.
Secondo quanto dichiarato dal leader Gianluca Iannone "ci oscurano perché oggi siamo andati in piazza contro il governo. Siamo pronti a una class action contro questo provvedimento discriminatorio dei giganti del web".
Una nota ufficiale che motivi questo atto, che non appare certo incomprensibile nei confronti di pagine nei cui contenuti - secondo i commenti di molti - si sia promossa l'ideologia fascista e si sia istigato all'odio razziale se non addirittura alla violenza, non è ancora stata comunicata dai responsabili di Facebook.
In compenso, quei profili su Twitter sono ancora attivi. E da quella fonte abbiamo il commento di Simone Di Stefano (tra i fondatori di CasaPound) su quanto accaduto.
"Facebook ha chiuso la mia pagina, 140.000 iscritti. E quella di CasaPound, 250.000. Ha chiuso le pagine dei nostri consiglieri comunali democraticamente eletti. Un abuso, commesso da una multinazionale privata in spregio alla legge italiana. Uno sputo in faccia alla democrazia.
Un abuso commesso in un giorno simbolico. Un segnale chiaro di censura che per ora colpisce noi, ma indirizzato a tutta l’opposizione al Governo PD/5Stelle. Questo è solo l’inizio, chissà di cosa saranno capaci.
Sono stato il solo a parlarne: Facebook per numero di utenti italiani iscritti si configura di fatto come un servizio pubblico, e in regime di monopolio. E sarebbe ora che lo Stato intervenisse, perché su un simile social non può valere la legge privata di una multinazionale".
Ma a seguire la stessa sorte anche Forza Nuova, la cui pagina "nazionale" (www.facebook.com/ForzaNuovaPaginaUfficiale) ha smesso di rispondere, mentre, per il momento, rispondono quelle delle sezioni locali.
Lo stesso, ha smesso di rispondere anche la pagina di Roberto Fiore (www.facebook.com/RobertoFiorePaginaUfficiale), a capo di quel movimento.
Una vera azione di pulizia nei confronti di profili legati all'estremismo di destra e che non avevano mai fatto mistero delle loro simpatie per il nazifascismo.