Ma guarda. Nonostante che negli Stati l'informazione con la complicità della politica abbia sempre cercato di mascherare  ciò che accade realmente in Palestina, ci sono degli americani che hanno deciso di protestare perché lo stato di diritto venga ripristinato anche in Medio Oriente.

Lo hanno fatto ieri, in occasione del "Nakba Day" (la commemorazione del disastro, in arabo nabka, che la creazione dello stato di Israele ha significato per i palestinesi), radunandosi in migliaia nelle strade di Los Angeles, New York, Boston, Filadelfia e in molte altre città Usa, chiedendo la fine dei raid aerei israeliani nella Striscia di Gaza, con cartelli e slogan che invocavano una Palestina finalmente libera.

Già il 12 maggio a New York le persone avevano manifestato a favore dei palestinesi. Ieri è successo di nuovo, solo che la protesta si è allargata, come la consapevolezza che ai palestinesi sono negati i diritti fondamentali dall'apartheid messa in atto da Israele ... con la complicità di politici che adesso cominciano ad essere sempre più in difficoltà nello smerciare la favola dell'ebreo buono che deve difendersi all'arabo cattivo.

John Hendren di Al Jazeera, in un servizio da Washington, ha descritto le manifestazioni di sabato a sostegno della causa palestinese come "insolitamente grandi". 

Ufficialmente, Biden continua a sostenere pubblicamente Israele e la sua politica liberticida, ma ha iniziato a premere su Netayahu perché fermi gli attacchi su Gaza, telefonandogli per una seconda volta nel giro di pochi giorni e, successivamente, chiamando anche il leader dell'ANP Abu Mazen.

E pure l'Europa, a suo modo, ha dato segni di risveglio sulla questione palestinese, con Josep Borrell, commissario agli Affari esteri, che domenica ha annunciato che a causa dell'escalation in corso tra Israele e Palestina e del numero inaccettabile di vittime civili, martedì convocherà un vertice straordinario virtuale dei ministri degli esteri dell'UE, per decidere come l'Europa possa contribuire a porre fine alle violenze in atto.

Anche a Milano, sabato, si è manifestato a favore della Palestina...

Nel frattempo, l'USB, l'unione dei sindacati di base, ha dichiarato che i suoi iscritti non contribuiranno all'aggressione di Israele al popolo palestinese e, a tale proposito, hanno fatto sapere che non caricheranno armi sulla nave Asiatic Island che, su segnalazione del Collettivo Autonomo Lavoratori Portuali di Genova e dell'associazione WeaponWhatch, trasporterebbe il suo carico di armi ed esplosivi al porto Israeliano di Ashdod.