Paul du Quenoy, storico e opinionista dello European Conservative, dà un giudizio estremamente negativo di quanto fatto da Biden nel corso del suo mandato. Non salva praticamente nulla, né in ambito economico nazionale né in quello strategico internazionale.
La debolezza e le decisioni clamorosamente sbagliate sono iniziate con la fuga precipitosa dall’Afghanistan, che ha contraddetto quanto suggerivano gli esperti vicini alla Casa Bianca. Così, il disastro si è concretizzato contro la vita stessa degli americani abbandonate sul posto e degli afghani e li avevano aiutati, e poi con le armi del valore di milioni di dollari lasciate in mano ai talebani.
L’altro fallimento di Biden in Medio Oriente riguarda l’Iran, al quale ha ridato spinta per realizzare le proprie ambizioni regionali. Ha spinto Teheran nelle braccia di Russia e Cina, che dunque oggi sostengono l’Iran, con cui Biden ha ristabilito l’accordo nucleare dandogli l’opportunità di riprendere il suo programma. Ha fatto sì che potesse foraggiare Hezbollah e Hamas con i miliardi di dollari di patrimonio iraniano scongelati da Washington e rimessi a disposizione.
La debolezza di Biden ha fatto avanzare Cina e Russia sul teatro euroasiatico e mondiale, lasciando che conquistassero appoggio e simpatie di vari Paesi ormai fuori dall’influenza euroamericana. Sul piano interno, Biden ha castrato l’economia americana rendendola nuovamente dipendente dalle fonti energetiche dei fornitori mediorientali.
In uno scenario di depressione post-Covid ha lasciato che l’inflazione salisse troppo e la produzione crescesse poco. Ha voluto seguire le richieste non realistiche di certe frange ambientaliste e di promotori di particolari diritti, senza tener conto della sicurezza materiale e della coesione sociale del popolo americano. Il giudizio di Du Quenoy è impietoso: Biden ha condotto gli USA e dunque l’intero Occidente verso il disastro.