Uber ha ricevuto tre miliardi e mezzo di dollari dal fondo sovrano di investimento dell'Arabia Saudita, come ha annunciato ieri la stessa società di San Francisco, che organizza il servizio taxi da parte di privati in tutto il mondo.
L'accordo, che prevede l'ingresso di un rappresentante del fondo nel consiglio di amministrazione, rientra nel progetto volto a ridurre la dipendenza dell'economia del paese saudita dal petrolio. Il fondo ha investimenti negli Stati Uniti per un ammontare complessivo di 750 miliardi di dollari.
Si tratta dell'investimento di valore più alto da parte un singolo investitore. Uber, non ancora quotata in borsa, ha ricevuto recentemente molti finanziamenti, tanto che gli analisti valutano che attualmente il suo valore sia di oltre 62 miliardi di dollari. Per finanziare la sua espansione la società dispone di una liquidità di 11 miliardi di dollari.
Uber è presente in 460 città di 69 paesi diversi e sta investendo per estendere ulteriormente la sua presenza e difendersi dai concorrenti. Lo scontro si è fatto particolarmente acceso in Cina, dove Uber cerca portar via fette di mercato alla rivale Didi Chuxing.
Ben 250 milioni di dollari sono l'investimento previsto nell'area medio-orientale, dove attualmente il servizio è disponibile in 15 città e 9 paesi, fra cui l'Arabia Saudita, con un totale di 19 mila conducenti e 395 mila passeggeri.
In Arabia Saudita, l'80% degli utenti di Uber sono donne, alle quali nel paese non è consentito guidare. Non esiste una legge che lo proibisca formalmente, ma è una consuetudine sostenuta da religiosi conservatori.
Il settore del ride-hailing, o trasporto a chiamata, è in grande fermento e la sua popolarità è in costante crescita. Quest'anno si sono già registrati l'investimento di un miliardo di dollari da parte di Apple nella cinese Didi Chuxing e i 500 milioni di dollari che Lyft, il concorrente americano di Uber, dalla General Motors.