Di Vincenzo Petrosino - Oncologo Chirurgo - SALERNO- 

Esiste la giusta e naturale competizione per la produzione di un vaccino contro il coronavirus. Bisogna però testarne la innocuità, l'efficacia e la risposta nel tempo.

Solo dopo avere tali certezze sarà possibile "tentare" una complessa vaccinazione di massa, che probabilmente sarà anche la fase più complessa e quella che troverà maggiori ostacoli. Non dimentichiamo che nel mondo ci sono voluti decenni per eliminare il vaiolo e siamo ancora in crisi per il morbillo.  

Inoltre, sull'immunità sviluppata in seguito all'infezione o alla vaccinazione esistono ancora  molti dubbi: non è chiaro quanto duri  l'immunità e né se sia possibile contrarre l'infezione una seconda volta.

In seguito alla somministrazione di un vaccino si ha una produzione di anticorpi, tuttavia  è possibile che i virus respiratori attacchino le mucose di naso e gola, dove gli anticorpi indotti arrivano in minori quantità.

Ecco perché è ragionevole aspettarsi che il futuro vaccino non possa impedire al SARS-CoV-2 di infettare le alte vie respiratorie, anche se potrebbe però proteggere in modo perfetto  le basse vie respiratorie, come i polmoni, scongiurando così i casi più gravi della malattia e le morti.

Tutto questo  sarebbe già moltissimo, ed è in questo che sperano i ricercatori di tutto il mondo che sono in corsa per la produzione di un vaccino efficace.

Lo sviluppo di un vaccino è un processo lungo, che normalmente richiede anni e numerosi investimenti economici. I trial clinici richiedono molti test su migliaia di persone e normalmente iniziano dopo circa 2-5 anni dalle iniziali ricerche sulla risposta immunitaria, cui seguono altri due anni di prove precliniche che coinvolgono la sperimentazione animale.

Se il vaccino risulta sicuro ed efficace, deve poi rispondere a tutti i requisiti regolatori e ottenere l'approvazione. Nell'attuale emergenza, è stato proposto un periodo di tempo più ristretto compreso tra 12 e 18 mesi, con team di esperti di tutto il mondo che lavorano per aumentare la velocità per trovare un candidato efficace.

Inoltre, trattandosi di un’emergenza sanitaria che interessa tutto il mondo, la capacità di produzione dovrebbe essere garantita prima del termine degli studi clinici e ripartita globalmente per garantirne anche un'equa distribuzione. A tal proposito, l'OMS ha riunito leader mondiali e partner sanitari, compresi quelli del settore privato, in un'iniziativa mirata ad accelerare lo sviluppo e la produzione del nuovo vaccino anti Covid-19, di test e trattamenti per consentire un accesso equo in tutto il mondo".

Riferimenti:
www.ars.toscana.it/2-articoli/4306-nuovo-coronavirus-punto-vaccino-terapie-covid-19-sars-cov-2-trattamenti-sperimentazione-vaccini-cure.html#vaccino-a-che-punto-siamo


Anche il massimo esperto americano di malattie infettive, Anthony Fauci, direttore del National Institute of Allergy and Infectious Diseases, ha messo in guardia dal lanciare in maniera frettolosa un vaccino anti-Covid prima di poterne dimostrare la sicurezza ed efficacia. Ed in base a quanto riportato dal'Ansa, Fauci ha anche affermato che ciò potrebbe danneggiare lo sviluppo di altri vaccini."Uno dei potenziali pericoli se si produce prematuramente un vaccino è che renderebbe difficile, se non impossibile, per gli altri vaccini coinvolgere persone nella loro sperimentazione", ha dichiarato Fauci. "Secondo me, è assolutamente fondamentale che si dimostri in maniera certa che un vaccino è sicuro ed efficace", ha poi aggiunto.
Invece, il presidente Donald Trump starebbe prendendo in considerazione un piano per far produrre un vaccino prima che siano stati ultimati tutti i test, solo per aumentare le probabilità di essere rieletto alle presidenziali di novembre, con i democratici che lo accusano di voler mettere in pericolo le vite degli americani solo per convenienza politica.

Il Financial Times ha riferito che l'amministrazione Trump starebbe valutando la possibilità di aggirare i normali standard normativi Usa per accelerare l'iter del vaccino in fase di sviluppo dall'Università di Oxford e dall'azienda biofarmaceutica AstraZeneca.


Per ulteriori informazioni sull'argomento:

Safety, tolerability, and immunogenicity of a recombinant adenovirus type-5 vectored COVID-19 vaccine: a dose-escalation, open-label, non-randomised, first-in-human trial.