In Europa, l'andamento del contagio da Sars-CoV-2 ha ripreso a crescere... molto più di prima, anche se con qualche differenza da non dimenticare.

Dove la seconda ondata - secondo alcuni si tratta sempre della prima visto che la circolazione del virus non si è mai interrotta del tutto - ha colpito di meno (ad esempio Germania e Italia) il numero giornaliero dei nuovi contagiati è simile ai picchi della scorsa primavera. Invece, dove maggiore è il contagio (ad esempio Francia, Spagna e Regno Unito), i dati odierni indicano che il numero di contagiati è addirittura tre volte maggiore rispetto ai picchi di marzo/aprile.

La differenza, da allora, è rappresentata dal fatto che adesso sappiamo che un virus è in circolazione e che il virus viene cercato con test e tamponi per tracciarne l'evoluzione ed isolarne i contagiati. In primavera, se fosse stato fatto lo stesso numero di tamponi di adesso, i contagiati asintomatici sarebbero stati molti di più di quelli che stiamo registrando in questo periodo.

Inoltre, oggi sappiamo almeno come cercare di curare il virus, sapendo che un vaccino non tarderà ad arrivare... anche se realisticamente non prima del prossimo anno. 

Per questo non dovremmo preoccuparci?

Fino ad un certo punto, perché ci sono anche delle considerazioni negative di cui tener conto, a partire dal fatto che oggi stiamo semplicemente assistendo alla ripetizione di quanto avvenuto alcuni mesi fa, con la progressiva diffusione del contagio. La sola cosa diversa da allora è che adesso vediamo accadere quello che in passato è accaduto senza che ne fossimo a conoscenza. 

La progressiva diffusione del contagio colpisce le persone in una fascia d'età bassa perché sono quelle che più circolano. Una volta contagiate portano il virus, senza saperlo perché asintomatiche, all'interno dei loro nuclei familiari che da lì si estenderà anche alle persone più anziane... anche se meno rispetto a prima perché adesso faranno più attenzione.

L'andamento del contagio, inoltre, peggiorerà con l'inverno perché la permanenza del virus sulle superfici sarà maggiore rispetto alla stagione calda e perché i virus influenzali, secondo alcuni ricercatori, renderebbero la Covid più aggressiva rispetto a quanto stiamo registrando in questo periodo, dove però i ricoveri sono iniziati ad aumentare ad un ritmo sempre maggiore.

Infine, rispetto alla scorsa primavera, il contagio è diffuso anche nel sud Italia, dove l'assistenza sanitaria in alcune regioni è peggiore rispetto al resto del Paese a causa dei tagli alla spesa che hanno portato a riduzioni del personale ospedaliero nell'ordine del 50%. Difficile in condizioni simili sperare che l'assistenza sanitaria al sud sia la stessa offerta al nord.


Cosa dicono gli esperti?

Secondo Ranieri Guerra, vicedirettore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità e componente del Comitato tecnico scientifico, intervenendo a Radio Capital, "l’Italia ha fatto un ottimo lavoro nel contenimento del contagio soprattutto grazie ad un impianto di monitoraggio continuo e ad una rilevazione continua con le amministrazioni locali. Altri Paesi, con una struttura più centralizzata, hanno preso un po' in ritardo il risorgere del contagio e della trasmissione. Speriamo che non sia il nostro futuro, che sia un’allerta talmente forte che le misure prese possano avere successo, ma lo vedremo tra un paio di settimane".


Che cosa ha deciso di fare il Governo per interrompere l'allargarsi del contagio?

Queste sono alcune delle misure anticipate che dovrebbero essere confermate nelle prossime ore, forse già nella serata di lunedì, in un nuovo dpcm della presidenza del Consiglio, suggerite a Conte dal Comitato tecnico scientifico creato per l'emergenza coronavirus: divieto delle feste private, nuove restrizioni sugli orari di apertura dei locali, modifiche del periodo di quarantena per i positivi e delle modalità per stabilire la negatività dei contagiati, anche per aumentare il numero di tamponi per scoprire nuovi casi e renderne più veloce l'effettuazione e la comunicazione del risultato. 

Il Governo ha escluso la possibilità di un nuovo lockdown nazionale, ma non è però escluso che possa stabilire dei lockdown mirati di vario livello con una progressione delle misure di contenimento che scatterebbero localmente ed automaticamente in funzione dei numeri del contagio, che è la strada che molti Paesi europei sembra abbiano deciso di voler percorrere.

L'unica cosa certa è che un nuovo lockdown nazionale è escluso... almeno per ora.