Esteri

Visita in Israele: che cosa si sono detti Draghi e Bennett

Secondo giorno di visita a Gerusalemme per Draghi, che oggi ha incontrato il Primo Ministro israeliano, Naftali Bennett. Questo il resoconto di ciò per il presidente del Consiglio ha detto in conferenza stampa:

"Sono molto felice di essere qui oggi. Ringrazio il Presidente Herzog che ho visto ieri, ringrazio il mio caro amico Bennett per l’invito e la calorosa accoglienza.Prima di tutto vorrei esprimere le condoglianze, del governo italiano e mie, per la scomparsa di uno scrittore grandemente amato in Italia. Abraham Yehoshua. Poi volevo dire che l’esperienza di stamattina è stata una grande emozione, visitare il memoriale dello Yad Vashem. La sua testimonianza contro l’odio, la violenza, l’indifferenza, è particolarmente importante in questo momento. L’Italia è impegnata con la massima determinazione a contrastare l’antisemitismo in tutte le sue forme, e a difendere i valori fondanti della nostra Repubblica e dell’Unione europea: pace, tolleranza e fratellanza.Israele è per l’Italia un Paese amico, un partner fondamentale. I nostri rapporti sono stretti, si sono rafforzati ulteriormente negli ultimi anni in ambito sanitario, economico, commerciale. Dall’inizio della pandemia c’è stato un continuo scambio di informazioni tra i nostri governi per migliorare le nostre strategie di vaccinazione e di contenimento dei contagi. Vogliamo che questa collaborazione in campo medico e in campo scientifico prosegua e si estenda anche in molti altri campi.Nonostante il Covid-19 gli scambi commerciali sono aumentati nel 2021 e questa tendenza sembra confermata anche quest’anno. Vogliamo rafforzare ulteriormente la nostra cooperazione soprattutto nei settori più innovativi come: la robotica, la mobilità sostenibile, l’aerospazio e la tecnologia applicata all’agricoltura. L’accordo bilaterale per la cooperazione scientifica e industriale, che abbiamo firmato nel 2002, e le collaborazioni avviate con start-up locali, offrono un modello da seguire. Sul fronte energetico lavoriamo insieme nell’utilizzo delle risorse di gas del Mediterraneo per lo sviluppo delle energie rinnovabili. Vogliamo ridurre la nostra dipendenza dal gas russo, e accelerare la transizione energetica verso gli obiettivi climatici che ci siamo dati. Con il primo ministro Bennett abbiamo discusso anche delle crisi internazionali in corso, in particolare della guerra in Ucraina. L’Italia sostiene e continuerà a sostenere in maniera convinta l’Ucraina e il suo desiderio di far parte dell’Unione Europea. Voglio ringraziare il governo israeliano per il suo sforzo di mediazione in questa crisi. Il governo italiano continua a lavorare perché si giunga quanto prima a un cessate il fuoco e a negoziati di pace nei termini che l’Ucraina riterrà accettabili.Abbiamo discusso anche del rischio di catastrofe alimentare dovuta al blocco dei porti del Mar Nero e abbiamo concluso che dobbiamo veramente operare con la massima urgenza dei corridoi sicuri per il trasporto del grano. Abbiamo pochissimo tempo, perché tra poche settimane il nuovo raccolto sarà pronto e potrebbe essere, a quel punto, impossibile conservarlo.Gli incontri di questi giorni ci hanno permesso di esaminare insieme la situazione della regione e sostenere il processo di normalizzazione dei rapporti tra Israele e alcuni Paesi arabi. Abbiamo affrontato la situazione in Libano e in Siria, la cui stabilità impatta sull’intera area, e abbiamo esaminato la possibilità di un rilancio del processo di pace con la Palestina. Si tratta di un tema che approfondirò anche oggi pomeriggio durante la mia visita a Ramallah".

E che cosa ha detto Draghi al Primo Ministro palestinese, Mohammad Shtayyeh? Boh, visto che l'Ufficio stampa del Viminale non ha ritenuto utile farcelo sapere. Ma non deve essere stato molto importante, visto che non  lo ha riportato neppure il Governo palestinese che invece si è preoccupato di dar spazio alla visita di Ursula von der Leyen...

L'Autorità Palestinese, che governa la Cisgiordania, vive soprattutto del denaro dei donatori, di cui anche l'Unione europea fa parte. Ma dal 2020 gran parte dei finanziamenti dell'UE - si parla di circa 215 milioni di euro - non è stata inviata a Ramallah per le preoccupazioni sui libri di testo palestinesi!!! Quali erano tali preoccupazioni? Che invocassero e promuovessero violenza e antisemitismo.

Una "preoccupazione" a dir poco aberrante, pensando a filmati dove si vedono dei coloni israeliani minacciare e terrorizzare con le armi in pugno dei gruppi di bambini palestinesi che, a piedi, si recano a scuola. Il tuto sotto gli occhi indifferenti dei militari dell'Idf che si guardano bene dall'intervenire.

Ursula von der Leyen oggi ha annunciato che i fondi del 2021 saranno inviati prossimamente, dichiarando che tutte le difficoltà sono state risolte, senza menzionare se avesse ricevuto o meno garanzie sulle modifiche ai libri di testo.

Il primo ministro palestinese Mohammed Shtayyeh ha ringraziato l'Europa per aver ripreso ad inviare alla Palestina fondi che, secondo quanto da lui dichiarato, sono arrivati ​​senza condizioni.

Autore Giuseppe Ballerini
Categoria Esteri
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