E due! Adesso sappiamo anche chi sarà, in caso di vittoria alle urne e di un possibile governo 5 Stelle, il ministro allo Sviluppo rconomico in sostituzione di Calenda. Si tratta di Lorenzo Fioramonti, 39 anni, docente di economia politica all’Università di Pretoria... in Sudafrica.

Fioramonti, che è anche candidato del Movimento per la Camera nel collegio uninominale di Torre Angela a Roma, aveva partecipato alla stesura del programma pentastellato nell'estate dello scorso anno inviando un proprio contributo in relazione alla politica economica dell'Italia.

Nel suo intervento, Fioramonti sostiene che "i fondamentali economici sulla base dei quali si è sviluppata l’Unione Europea vadano ripensati, in particolar modo i parametri che legano il deficit e il debito al Pil.

Infatti non si è mai capito, neppure quando il trattato di Maastricht è stato introdotto, all’inizio degli anni Novanta, perché dobbiamo rispettare un parametro del 3% tra deficit e Pil e uno del 60% tra il debito pubblico e il Pil, quando sappiamo benissimo che a livello internazionale la scienza economica non ha raggiunto alcun tipo di consenso su quali siano i parametri che permettono ad un'economia di prosperare e svilupparsi.

Anzi... nella storia molti paesi hanno fatto piuttosto bene, hanno creato posti di lavoro, hanno raggiunto sviluppo tecnologico e anche sostenibile attraverso lo sforamento di questi parametri, con il 100% di debito pubblico in alcuni casi."

Secondo Fioramonti "c’è bisogno di rivedere i parametri fondamentali, c’è bisogno di recuperare una capacità di programmazione che oggi, un sistema monolitico come quello dell’euro, non consente, c’è bisogno di diversificazione, c’è bisogno di recuperare una prospettiva di sviluppo per l’Europa che alcuni di questi parametri stanno ingabbiando in un contesto totalmente diverso rispetto a quello in cui erano stati sviluppati.

E questo cambiamento può venire dall’Italia, perché con una visione e una narrativa diversa è possibile convincere tanti altri paesi europei che sono sempre meno persuasi della validità di questi parametri che il momento del cambiamento è oggi e che è possibile davvero creare un’economia europea che è molto più in linea con i nostri desideri, con le nostra aspirazioni, con i nostri valori."

Rispetto al ministro dell'ambiente, etichettabile come ministro inquirente, il ministro dello Sviluppo è invece un ministro di "prospettiva" che ha le idee chiare su cosa in Europa debba, prima di tutto, essere cambiato... ammesso che tutti gli altri paesi che possono essere "convinti" a percorrere questa nuova strada riescano poi, a loro volta, a convincere la Germania ad abbandonare il rigore, non tanto perché sia l'unica politica percorribile, quanto perché sia l'unica politica a lei conveniente... in questo momento storico!

Comunque, una battaglia sul Pil, quella di Fioramonti, che riguarda anche altri aspetti che richiamano quelli della cosiddetta decrescita felice, riassumibile non tanto in una decrescita dell'economia, quanto in una sua diversa modalità di crescita che eviti di creare ricchezza "attraverso la distruzione dell’ambiente, attraverso la cementificazione di un paese, attraverso le guerre, l’insicurezza, le diseguaglianze"... ma tramite "l’educazione, l’investimento sulle persone e sul futuro sostenibile".

Ed un altro elemento che potrà certo non piacere ad alcuni avversari dei 5 Stelle è che, sempre secondo Fioramonti, "con economie così diverse ... utilizzare [per tutti i Paesi europei] gli stessi parametri monetari diventa anche in questo caso non solo uno svantaggio, ma anche un elemento del passato rispetto alla possibilità di creare davvero un futuro migliore.

Abbiamo bisogno di ritornare a capire che anche il denaro che utilizziamo ha un senso rispetto a un modello di sviluppo particolare, ed è sempre più chiaro che un sistema monolitico come quello dell’euro è anacronistico nel XXI secolo."

La candidatura di Lorenzo Fioramonti è stata anticipata da Di Maio in un'intervista rilasciata al Corriere della Sera ad Emanuele Buzzi. Lo stesso quotidiano ha poi rilasciato anticipazioni - anche se poi smentite - relative ad altri ministeri, oltre al possibile ballottaggio per la presidenza della Camera che vedrebbe in lizza Roberto Fico, presidente della Commissione di vigilanza Rai, ed Emilio Carelli, ex giornalista Sky, a succedere alla poltrona di Laura Boldrini.