Giovedì 21 settembre, al Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica (Mase) si è tenuto il primo incontro per la Piattaforma Nazionale per un Nucleare Sostenibile (Pnns).
A presiedere la riunione, che ha visto la partecipazione dei principali Enti pubblici di ricerca, di esponenti del mondo delle Università, di associazioni scientifiche, di soggetti pubblici operanti nel settore della sicurezza nucleare e del decommissioning, nonché di imprese che hanno già in essere programmi di investimento nel settore nucleare, nella produzione di componenti e impianti e nelle applicazioni mediche nel settore nucleare ecc., il ministro Gilberto Pichetto Fratin,
Per garantire la decarbonizzazione e la sicurezza energetica i (post) fascisti, mentre dicono di puntare su rinnovabili ed efficienza, richiamandosi a una mozione approvata lo scorso maggio dal Parlamento adesso si ingegnano per reintrodurre il nucleare in Italia, nonostante sia stato fermato da un referendum dopo il disastro di Chernobyl.
Ovviamente non si tratta solo della fusione nucleare, di cui il nostro paese è già protagonista tra coloro che si stanno adoperando per la realizzazione della prima centrale, ma anche della fissione nucleare, cioè delle centrali nucleari classiche, nonostante siano infinite le controindicazioni per la loro realizzazione nel nostro Paese.
Nella riunione di giovedì è stato annunciato un piano che nei prossimi nove mesi, in sostanza, dovrà effettuare/produrre:
a) un'attività di ricognizione: entro 3 mesi;
b) un'elaborazione di proposte: entro 6 mesi;
c) una redazione documento completo della roadmap: entro 7 mesi;
d) un'elaborazione delle linee guida (azioni, risorse/investimenti e tempi): entro 9 mesi.
Nonostante che nelle loro esternazioni i ministri (post) fascisti che si sono occupati della questione - primo tra tutti Matteo Salvini - abbiano assicurato che volessero reintrodurre (sic!) in Italia centrali nucleari di nuova generazione, nella piattaforma di Pichetto Fratin vi è indicato anche il nucleare di 3ª generazione, cioè le centrali attuali raffreddate ad acqua.
Dato che per i suoi estensori il PNNS ha l'obiettivo di "definire in tempi certi un percorso finalizzato alla possibile ripresa dell'utilizzo dell'energia nucleare in Italia", è opportuno riportare alcune considerazioni che le geniali menti che sostengono il governo di Giorgia Meloni non sembrano aver preso in considerazione.
L'Italia è una striscia di terra, in gran parte sismica attraversata da catene montuose più o meno ripide, che dagli stessi (post) fascisti viene venduta come un Paese da sfruttare per il turismo, sia per quello culturale che per quello puramente "vacanziero", legato alla natura: mare, monti, laghi.
Le centrali nucleari di terza generazione, per il raffreddamento, hanno bisogno di quantità d'acqua enormi che siano sempre e comunque garantite. In Italia, se la centrale di Trino Vercellese fosse stata in funzione, nei mesi passati ci sarebbero stati problemi per il livello dell'acqua nel Po, sulle cui sponde era stata costruita. Stesso problema ci sarebbe stato con una centrale costruita sui uno dei grandi laghi italiani. Anche in quei laghi, la scorsa primavera, il livello delle acque era calato come neppure si era mai visto in estate.
E allora dove costruire le centrali di 3ª generazione? In riva al mare, come fanno in Giappone. Fukushima è un esempio perfetto. Qui da noi, per ipotesi, si potrebbe tirar su a Marina di Pietrasanta... a fianco del TWiga di Briatore e Santanchè.
Tempi di costruzione? Una decina d'anni (se tutto va bene) e diversi miliardi di euro. E quando sarà pronta... sarà inutile, perché quasi certamente sostituita da altre fonti di energia più convenienti e sicure. Naturalmente, i geni che supportano la costruzione di tali centrali, quando parlano di costi di produzione e mantenimento, non tengono conto di quelli di smantellamento e di quelli di gestione in relazione alle scorie... oltre all'inquinamento da radiazioni che è "garantito" entro un certo numero di chilometri. Quisquilie...
E lo stesso son quisquilie anche le centrali di nuova generazione, visto che non esistono. Infatti, sono in fase di test e non ancora terminate e non è chiara la loro efficienza costi benefici. Sono molto più piccole delle attuali, e più piccola è anche la loro produzione di energia. Quindi dovrebbero esserne costruite in numero maggiore, per ottenere la stessa quota di energia di una centrale classica. I numeri sono ancora da definire con certezza perché, praticamente, non esistono... nonostante si voglia far credere il contrario.
Riassumendo, mentre entro il 2050 entreranno in funzione le prime centrali a fusione nucleare, vi sono più progetti in opera, i (post) fascisti sarebbero alle prese con la costruzione di centrali nucleari a fissione.
Eppure, con tutto il mare che abbiamo a disposizione, tanto per fare un esempio, potremmo creare dei parchi eolici che ci garantirebbero enormi quantità di energia, oppure sfruttare i tetti delle abitazioni esistenti per produrre energia tramite fotovoltaico... anche utilizzando soldi pubblici... tutto finanziato da un diminuzione sensibile dalla dipendenza di gas e petrolio, che incidono e non poco sull'andamento dei conti del commercio con l'estero. Fonti di energia immediatamente disponibili.