Esteri

Turchia, Erdogan vince il ballottaggio alle presidenziali e si riconferma alla guida del Paese fino al 2028

Recep Tayyip Erdogan ha vinto il ballottaggio delle elezioni presidenziali 2023 in Turchia, battendo Kemal Kilicdaroglu. Il presidente uscente, quindi, è stato riconfermato nel suo ruolo e continuerà a guidare il Paese per i prossimi cinque anni.

Il ballottaggio si è tenuto questa domenica dopo che nessun candidato era riuscito a ottenere la maggioranza assoluta al primo turno, tenutosi il 7 maggio. 

Secondo i dati ufficiali del Consiglio Eelettorale (YSK), l'affluenza al ballottaggio è stata dell'86%, in leggero calo rispetto al primo turno (88%). Erdogan ha ottenuto il 52,1% delle preferenze, mentre Kilicdaroglu si è fermato al 47,9%. Il presidente ha vinto in 60 delle 81 province della Turchia, mentre il suo avversario ha prevalso nelle restanti 21. Erdogan ha ottenuto i suoi migliori risultati nelle regioni dell'Anatolia centrale e orientale, dove ha superato il 60% dei voti. Kilicdaroglu ha invece raccolto più consensi nelle regioni costiere dell'Egeo e del Mar Nero, oltre che nelle grandi città di Istanbul, Ankara e Izmir.

Erdogan ha rivendicato la vittoria, ringraziando i suoi sostenitori e promettendo di lavorare per l'unità e la prosperità della nazione. Ha anche detto di voler rafforzare le relazioni con gli alleati internazionali e di essere pronto al dialogo con l'opposizione. Kilicdaroglu, in un discorso pieno di passione, non ha ammesso la sconfitta, ventilando possibili brogli.

Questa è stata la quarta volta che Erdogan si è presentato alle elezioni presidenziali, riuscendo sempre a farsi eleggere. Con questo successo, Erdogan si assicura un altro mandato quinquennale alla guida della Turchia, fino al 2028. Si tratta di un risultato storico per il leader turco, che governa il Paese dal 2003, prima come primo ministro e poi come presidente.

Erdogan ha basato la sua campagna elettorale sul tema della stabilità e della sicurezza nazionale. Ha sostenuto di essere l'unico in grado di affrontare le sfide interne ed esterne che minacciano la Turchia, come il terrorismo, la crisi economica e le tensioni geopolitiche. Ha anche vantato i successi del suo governo nel campo dello sviluppo infrastrutturale, dell'assistenza sanitaria e dell'istruzione. Ha infine accusato l'opposizione di essere collusa con le forze ostili alla Turchia e di voler indebolire lo stato.

Kilicdaroglu aveva invece proposto un programma di cambiamento e di riforma, criticando la gestione autoritaria e corrotta di Erdogan e aveva promesso di ripristinare la separazione dei poteri, l'indipendenza della magistratura e la libertà di stampa, senza dimenticare di migliorare le condizioni economiche e sociali dei cittadini turchi, proponendo una riduzione delle tasse, un aumento delle pensioni e dei salari minimi e una lotta alla povertà.

In serata sono arrivate anche le congratulazioni del presidente russo Vladimir Putin a Erdogan, con quehsta dichiarazione:

"La vittoria elettorale è stata un risultato naturale del tuo lavoro disinteressato come capo della Repubblica di Turchia, una chiara prova del sostegno del popolo turco nel tuo impegno per rafforzare la sovranità dello stato e condurre una politica estera indipendente".

Erdogan e Putin sono alleati di lunga data e la Turchia è stato il paese più neutrale, tra quelli Nato, in relazione ai rapporti da intrattenere con la Russia, anche a livello economica, dopo l'invasione dell'Ucraina.

Autore Giuseppe Ballerini
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