Continua la crisi dei migranti al confine tra Polonia e Bielorussia. Nuove misure Ue per il diritto di asilo
La crisi umanitaria ai confini della Bielorussia con l'Europa, è tutt'altro che terminata. Non è chiaro quanti siano i migranti ospitati nel centro logistico di Bruzgi, al confine bielorusso-polacco, e non è chiara quale sia la situazione nel tratto di territorio che divide i due Paesi .
Infatti, come riporta l'agenzia Dire (www.dire.it) in un suo articolo, il presidente polacco, Andrzej Duda, ha ratificato un disegno di legge che impone il divieto di accesso all'area di confine con la Bielorussia a giornalisti e operatori di organizzazioni non governative.
Per entrare nella zona sarà necessario ottenere un permesso dalle guardie di frontiera che potranno però accordarlo a loro discrezione. La legge, secondo la stampa locale, è entrata in vigore al termine dello stato d'emergenza frontaliero che Varsavia aveva introdotto il 2 settembre.
Il ministro dell'Interno Mariusz Kaminski ha motivato la misura con ragioni di sicurezza. Rispetto alla precedente, la nuova area interessata dallo stato di emergenza è profonda tre chilometri e comprende più villaggi, ben 183.
Ma il problema dei migranti che premono per entrare in Europa non è terminato, come confermano i 134 tentativi di varcare il confine registrati ieri.
Un problema che la Commissione Ue tenta di risolvere come al solito in maniera ipocrita, con misure ad hoc valide per Polonia e Paesi baltici.
Così, la richiesta di asilo verrebbe limitata solo a determinate località di frontiera e le autorità dei Paesi europei interessati, anziché gli attuali 10 giorni, avrebbero tempo fino a quattro settimane per registrare le domande.
Gli stessi Paesi sarebbero comunque autorizzati a trattenere i richiedenti asilo fino ad un massimo di 16 settimane dalla loro parte del confine, mentre verranno analizzate le loro domande. Richiedenti asilo che oltretutto verrebbero ospitati nei pressi del confine in strutture in grado solo di offrire servizi di base come cibo e acqua, cure mediche e assistenza per le persone più vulnerabili, in modo da rendere più rapide, se non immediate, le procedure di espulsione.
Da sottolineare anche che, se le indiscrezioni appena riassunte (riportate da Reuters) venissero poi confermate, per i migranti in Bielorussia potrebbe voler dire camminare per chilometri - tra neve, pioggia e fango - per recarsi ai valichi stabiliti dove poter presentare la domanda di asilo.
Intanto, il presidente bielorusso Alexander Lukashenko, secondo quanto riportato dall'agenzia russa Ria Novosti, avrebbe nuovamente minacciato di chiudere i gasdotti che transitano nel suo Paese portando il gas russo verso l'Europa, se la Polonia dovesse chiudere il proprio confine con la Bielorussia.