Nel pomeriggio di domenica 25 giugno si è svolto il Consiglio dei Ministri, convocato a Palazzo Chigi per emanare un decreto relativo a "disposizioni urgenti per la liquidazione coatta amministrativa di Banca Popolare di Vicenza S.p.a. e di Veneto Banca S.p.a."
Come già anticipato in precedenza, il Governo ha in pratica messo in atto tutte le procedure per soddisfare le richieste di Intesa Sanpaolo per effettuare l'acquisizione di Veneto Banca e Popolare di Vicenza. Acquisizione che avverrà al costo simbolico di un euro, con lo Stato che si accollerà le passività inesigibili delle due banche e l'aumento di capitale necessario per consentirne l'operatività futura.
Il costo dell'operazione? Il ministro dell'Economia ha assicurato che l'esborso reale dello Stato non supererà i 5,1 miliardi di euro. Però, a garanzia dell'operazione, senza che - almeno per il momento - debbano essere spesi, sono stati considerati altri 12 miliardi di euro a copertura di ulteriori rischi in base ad eventuali ulteriori crediti considerati inesigibili (evidentemente da Intesa Sanpaolo) durante le operazioni di due diligence che nei prossimi mesi completeranno la fase di acquisizione delle due banche venete.
Le risorse per l'operazione sono da considerarsi incluse tra i fondi già accantonati dal Governo per il salvataggio delle banche, quindi non avranno alcun impatto sui conti pubblici.
Per quanto riguarda gli investitori retail, lo Stato prevede il rimborso fino all'80% del capitale investito, mentre del restante 20% dovrebbe farsene carico Intesa Sanpaolo.
Per lo Stato è un'operazione che produrrà passività? Sempre secondo Padoan non è così. Lui, infatti, dice di esser fiducioso di rientrare dei 5 miliardi spesi recuperandoli dai crediti che al momento sono considerati a rischio... tanto a rischio che Intesa Sanpaolo non li vuole!
Come si possano fare affermazioni simili è francamente incredibile, anche se, bisogna riconoscerlo, perfettamente in linea con tutta l'operazione - o forse è meglio chiamarla commedia - messa in atto.
Padoan ha dichiarato che la soluzione che oggi è stata adottata era l'unica possibile per salvaguardare l'operatività delle due banche. Però, dell'indiscrezione pubblicata da Reuters dell'offerta di 1,6 miliardi proposta da un pool di fondi di investimento, Padoan non ha detto niente.
Con la soluzione odierna, Intesa San Paolo espande la propria attività nel nord est acquistando migliaia di clienti, sborsando solo la cifra simbolica di un euro. Lo Stato finanzierà l'operazione per 5 miliardi accollandosi i prestiti considerati inesigibili delle due banche venete, con la speranza - in futuro - di poterli riscuotere, anche se non è ben chiaro come!
Effettivamente una soluzione fantastica.... per Intesa Sanpaolo!