"Io ho fatto approvare, è stato accolto un ordine del giorno da parte del Governo. Io spero che questo ordine del giorno vada nelle mani giuste, perché ho capito che ci sono diverse sfumature nell'ambito di questa maggioranza, che vada nelle mani di coloro che hanno veramente a cuore lo Stato di diritto, la tutela della dignità umana, la tutela della persona e non vada, magari, ad essere analizzato da coloro che dicono va be', gli errori giudiziari, le ingiuste detenzioni - come mi disse una volta un alto magistrato - sono fisiologici, sono errori che ci sono nel percorso. Noi ci batteremo finché questo numero, da mille, non arrivi a zero".

Questa è stata la conclusione del lungo sproloquio del deputato calendo-renziano Enrico Costa durante la discussione alla Camera nella seduta in cui è stato approvato il decreto anti-Rave che, tra l'altro, include la riforma dell'ergastolo ostativo, un regalo ai detenuti per corruzione, concussione, peculato e altri reati contro la pubblica amministrazione, approvato con il supporto dei calendo-renziani.

Ma a cosa mirava l'ordine del giorno di Costa approvato anche dalla maggioranza?

Ad impegnare il governo a cancellare il blocco della prescrizione del reato dopo la sentenza di primo grado, introdotto nel 2019 dalla legge Spazzacorrotti dall'allora ministro della Giustizia Alfonso Bonafede.

Pertanto, quando l'ordine del giorno diverrà norma, ed è naturale supporre che questo accadrà in brevissimo tempo, con le riforme della ministra Cartabia che si è inventata l'evaporazione dei reati penali in appello e Cassazione, l'Italia diventerà il Paese di Bengodi per i criminali, in special modo quelli che indossano i colletti bianchi e, più in generale, di coloro che avranno la possibilità di pagare un avvocato di grido che possa allungare i tempi di un processo alle calende greche per mandarlo in prescrizione o farlo "evaporare" dopo il primo grado.

E questa è la riforma della Giustizia a cui mira la maggioranza di destra-centro e i rappresentanti del cosiddetto terzo polo che, c'è da capirlo, mettono le mani avanti per gli eventuali problemi giudiziari di Renzi e famiglia.

Ma di queste "amenità" né Renzi, né Calenda hanno parlato... nonostante da mattino a sera parlino di tutto, dando lezioni di buon governo a chicchessia.

Ed a proposito di calende greche, quel che rimane da comprendere è come Carlo Pericle Calenda possa far coincidere questa ennesima porcata - impossibile definirla altrimenti - con i suoi concioni sul buon governo di Pericle di cui, tempo fa, ci rileggeva il discorso agli ateniesi un giorno sì e l'altro pure.

"... Ci è stato insegnato di rispettare i magistrati - diceva tra l'altro Pericle -, e ci è stato insegnato anche di rispettare le leggi e di non dimenticare mai che dobbiamo proteggere coloro che ricevono offesa. E ci è stato anche insegnato di rispettare quelle leggi non scritte che risiedono nell’universale sentimento di ciò che è giusto e di ciò che è buon senso. Qui ad Atene noi facciamo così. ...."

Evidentemente, nonostante gli sforzi fatti per far credere che sia esperto in tutto, il povero Calenda appartiene al terzo d'italiani che non capiscono quel che leggono e così finisce per promuovere l'esatto contrario di quanto ad Atene ci si auspicava 2.400 anni fa.