1 aprile.

I Sindaci di Bergamo, Brescia, Cremona, Lecco, Mantova, Milano e Varese (centrosinistra) rivolgono le seguenti domande al Presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana (Lega).

- Quando saranno disponibili i dispositivi di protezione – a partire dalle mascherine – il cui arrivo è stato promesso da tempo?

- Che cosa sta facendo la Regione per proteggere il personale sanitario e gli ospiti delle RSA, in molte delle quali sappiamo purtroppo di numerosi decessi? In una recente conferenza stampa il Presidente Fontana ha detto che la situazione “è sicuramente sotto controllo” e che “tanto i plurisintomatici che i monosintomatici verranno sottoposti a tamponamento”. È ciò che si sta realmente facendo?

- Perché la Regione Lombardia non segue le direttive del Ministero e dell’Istituto Superiore di Sanità che prescrivono di sottoporre a tampone i sintomatici e, qualora questi siano positivi, i loro familiari e i contatti recenti?

- Perché la Regione Lombardia non ha ancora autorizzato l’avvio della sperimentazione dei test sierologici che altre regioni, come il Veneto e l’Emilia-Romagna, hanno invece attivato? L’esito di tali test - in abbinamento a un’indagine continua attraverso tamponi su un campione statisticamente rappresentativo per età, sesso, luogo di residenza… - è ritenuto decisivo per certificare l’evoluzione dell’epidemia e l’immunità di chi abbia contratto il virus anche in forma asintomatica.


Giorgio Gori – Sindaco di Bergamo
Emilio Del Bono – Sindaco di Brescia
Gianluca Galimberti – Sindaco di Cremona
Virginio Brivio – Sindaco di Lecco
Mattia Palazzi – Sindaco di Mantova
Beppe Sala – Sindaco di Milano
Davide Galimberti – Sindaco di Varese

«Siamo noi sindaci dichiara Sala - i primi a sapere che oggi i cittadini non vogliono polemiche, ma soluzioni corrette per questa drammatica situazione. E, dato che noi più di altri riceviamo richieste e domande in linea diretta, così come abbiamo pubblicamente e con nettezza posto al governo il tema delle risorse ai Comuni per non tagliare i servizi, sono giorni che sollecitiamo Regione ad un chiarimento sulla linea da tenere. Chiarimento che non abbiamo. Per questo abbiamo reso pubbliche le nostre domande. Senza polemica (basta vedere il tono del nostro comunicato, potete leggerlo nel post qui sotto), stando sui fatti.

Come risposta veniamo accusati di essere “biechi speculatori politici”. Ma il punto è: sono domande vere e di senso? Noi vi garantiamo che sono poste nel solo interesse dei cittadini. Chiediamo che si discuta nel merito. Tutto qui».


Così, il 2 aprile, il presidente della regione Lombardia, Attilio Fontana risponde ai sindaci:

Questa, il 3 aprile, la controreplica dei sindaci di centrosinistra ai "chiarimenti" forniti dal leghista Fontana:

Caro Presidente,
ti ringraziamo dell’articolata lettera che ci hai inviato nel tardo pomeriggio di ieri, ben diversa per toni e contenuti dalle risposte che ci hai indirizzato attraverso le interviste e i social network. Di queste ultime, ti diciamo con franchezza, non abbiamo apprezzato che i nostri legittimi interrogativi - espressi con educazione e rispetto della tua funzione istituzionale, con l’unico interesse di rappresentare ciò che i nostri cittadini per primi si chiedono e ci chiedono - siano stati bollati come “bieca speculazione politica”, e che tu abbia cercato di farci passare per capziosi perditempo. La tua replica piuttosto, ingiustificatamente aggressiva, è apparsa come un tentativo scomposto di “buttarla in politica”, offensivo del nostro ruolo e della collaborazione che ti abbiamo fin qui lealmente offerto. Siamo impegnati quanto te nel servizio ai nostri cittadini in questo momento drammatico. Abbiamo riconosciuto i meriti della sanità regionale quando era giusto farlo. Ma proprio per questo abbiamo il diritto di chiedere chiarezza su temi fondamentali per la salute dei nostri cittadini senza venire per questo aggrediti.

Non siamo stupidi: se in precedenza avessimo ricevuto risposte soddisfacenti non avremmo avvertito la necessità di riproporre gli interrogativi. E neppure noi abbiamo tempo da perdere.

Anche la qualità delle tue prime risposte di ieri ci ha deluso. Sei persino arrivato a indicarci come responsabili di ciò che avviene nelle RSA, quando sai benissimo che queste ultime - private o comunali - operano perché autorizzate, accreditate, convenzionate e remunerate da Regione Lombardia, che risulta quindi essere senz’ombra di dubbio la responsabile della sicurezza sanitaria degli operatori e degli ospiti delle stesse residenze.
Ben altro il tono della lettera che ci hai fatto recapitare ieri sera, fortunatamente.

Sui quattro punti che abbiamo sollevato, alla luce di quanto ci scrivi, proviamo qui a chiedere - senza alcuna intenzione polemica - qualche ulteriore chiarimento.


1. LE MASCHERINE. 
Se è vero, e ne prendiamo atto, che Regione Lombardia ha effettuato acquisti di mascherine per molti milioni di euro, e contestualmente la Protezione Civile sostiene di aver inviato in Lombardia il 17% di 45 milioni di mascherine - come ha dichiarato ieri Angelo Borrelli - dove sono tutte queste mascherine? Perché noi fino ad oggi non le abbiamo viste, né le une né le altre. Possiamo avere una parola certa su quando arriveranno ai Comuni e ai nostri cittadini?


2. I CONTROLLI NELLE RSA. 
Chiarito il punto di competenza, e appreso che sono in atto procedure di monitoraggio degli operatori sanitari, non ci pare che nella lettera si dia risposta alla domanda che avevamo sollevato, e che ci permettiamo di riproporre: è confermato ciò che hai detto a proposito degli ospiti delle RSA in una recente conferenza stampa, e che cioè che nelle case di riposo "è tutto sotto controllo e che vengono sottoposti a tamponamento tanto i plurisintomatici che i monosintomatici”? Quanto alle puntuali indicazioni che a tuo dire la Regione avrebbe “sin dalle prime avvisaglie” fornito ai gestori delle strutture “per predisporre una limitazione degli accessi a parenti e visitatori degli ospiti”, così da tutelarne “lo stato di salute impedendo di portare all’interno agenti virali esterni”, chiediamo di sapere perché il 29 febbraio sia stata rigettata - con comunicazione a tutte le RSA del territorio ATS Bergamo - la richiesta dei gestori di chiudere le residenze agli accessi dei familiari degli ospiti.


3. I TAMPONI. 
Appurato che le indicazioni ministeriali prevedono di sottoporre a tampone rinofaringeo i soggetti sintomatici, la tua risposta chiarisce quale sia stato il cambio di strategia attuato da Regione Lombardia con l’aumento del numero dei casi, la cui conseguenza è che l’esecuzione dei tamponi è oggi limitata ai soggetti sintomatici candidati al ricovero e agli operatori sanitari con sintomatologia similinfluenzale (oltre a quelli usati per la verifica della guarigione). Ciò significa che Regione Lombardia ha del tutto abdicato all’uso di questo strumento come mezzo per il contenimento della diffusione del virus, a differenza di quanto continua ad essere fatto in altre regioni, con ciò distanziandosi dalle direttive di cui sopra. L’auto-isolamento prescritto ad ogni assistito con sintomatologia similinfluenzale non consente infatti, quand’anche attuato, di individuare precocemente e di testare anche i familiari e i contatti più stretti. E questo a nostro avviso è un problema. Chiediamo pertanto perché non si sia provveduto ad acquistare più macchinari, come altre regioni hanno fatto, e maggiori quantitativi di reagente, e perché non si sia coinvolto un maggior numero di laboratori, così da poter effettuare un numero adeguato di tamponi.


4. I TEST SIEROLOGICI PER L’INDIVIDUAZIONE DEGLI ANTICORPI. 
Sappiamo - e tu ce lo confermi - che sono in corso ricerche applicate e mirate su questo tipo di test. Non siamo in alcun modo a sollecitare, a tale riguardo, decisioni affrettate o imprudenti. Concorderai però sul fatto che la Lombardia non possa permettersi di restare indietro su un fronte così importante. Altre Regioni - il Veneto, l’Emilia-Romagna, il Piemonte e le Marche - hanno già attivato la sperimentazione sul campo dei test sierologici. Con il pieno rispetto dei protocolli scientifici, siamo a sollecitare che anche la nostra Regione faccia quanto prima altrettanto. E ti chiediamo sin d’ora d’essere tempestivamente informati su caratteristiche e tempi della sperimentazione che la Regione deciderà di autorizzare.


Confermando la nostra leale collaborazione, ti inviamo cordiali saluti,

Giorgio Gori – Sindaco di Bergamo
Emilio Del Bono – Sindaco di Brescia
Gianluca Galimberti – Sindaco di Cremona
Virginio Brivio – Sindaco di Lecco
Mattia Palazzi – Sindaco di Mantova
Beppe Sala – Sindaco di Milano
Davide Galimberti – Sindaco di Varese


Il 3 aprile, il presidente Fontana pubblica su Facebook la seguente nota, per scaricare sul governo la colpa della situazione in Lombardia:


Attilio Fontana, in base alle evidenze riportate dalla cronaca, si dimentica però di ricordare che gli ospedali di Codogno e Seriate, per alcuni giorni, hanno trattato più pazienti affetti dalla Covid-19 senza riconoscerne i sintomi e senza prendere le precauzioni del caso, facendo sì che il contagio si diffondesse anche tra i degenti dei rispettivi nosocomi, oltre che tra il personale medico. Nel caso del bergamasco, poi, non sono neppure stati presi provvedimenti nei confronti dei familiari dei primi pazienti affetti da coronavirus che, pertanto, hanno contribuito a loro volta a diffondere il contagio. 

È opportuno, inoltre, ricordare a Fontana che la gestione della sanità è affidata alle regioni di cui lui, peraltro, risulta essere un amministratore. Probabilmente, quella di Fontana è una memoria a fasi alterne.