Due leader politici si contendono aspramente, colpo su colpo, il titolo di miglior suppon(i)ente d'Italia: Carlo Calenda e Matteo Renzi. 

Entrambi hanno storie molto simili ma divergono su un aspetto: il primo si distingue per dare lezioni a tutti senza mai aver fatto nulla, il secondo si distingue per dare lezioni a tutti senza mai aver fatto nulla... di buono.

Entrambi, inoltre, hanno un punto d'incontro su cui convergono sempre e comunque: prendersela con i 5 Stelle e, in particolar modo con Giuseppe Conte, perché è l'unico ostacolo che impedisce di far diventare il Pd, partito con cui i due suppon(i)enti si vorrebbero apparentare, di essere in tutto e per tutto un partito di centro... destra!

Quindi, che in Italia piova, tiri vento o ci sia il sole, la colpa è sempre di Giuseppe Conte e del Movimento 5 Stelle. 

"Di Maio, Conte, Salvini hanno fatto passare il messaggio che avrebbero abolito la povertà. Quando li ho visti sul terrazzo di Palazzo Chigi annunciare che avevano abolito la povertà io avrei chiuso il terrazzo e chiamato un Trattamento Sanitario Obbligatorio. Ma come si fa?"

Questa, in ordine di tempo, è l'ultima uscita di Matteo Renzi, a Omnibus su La7, per attaccare il Reddito di cittadinanza. 

"Perché - dice lui - per combattere la povertà non servono i sussidi, l'assistenzialismo e le truffe, ma lavoro retribuito, educazione di qualità e un terzo settore che funzioni. Noi siamo il partito del lavoro, non il partito dei sussidi".

Quello che però non convince nelle dichiarazioni di Renzi, è il fatto che il lavoro che lui ha proposto e prodotto (ovviamente agli altri) è il lavoro precario, retribuito con pochi "euri", che non permette ai giovani di essere indipendenti, sposarsi e farsi una casa in cui vivere. Per capirlo basta andare in una qualsiasi banca e provare a chiedere un mutuo in possesso di un contratto di lavoro permanente, capolavoro del Jobs Act dell'ex premier.

Ma al suppon(i)ente nessuno lo fa presente, e così lo troviamo ad invadere spazi televisivi e social, insieme all'altro suo avatar, entrambi impegnati nell'esaltare se stessi e le loro ricette iperliberiste, nei momenti di pausa in cui prendono fiato per promuovere nuove accuse ed insulti nei confronti di Giuseppe Conte... che, a questo punto, finiscono pure per fartelo diventare simpatico!

Ma quanti danni riescono a fare dei suppon(i)enti del calibro di Renzi e Calenda!