I vertici della Difesa Usa chiamati dalle Commissioni Servizi armati del Congresso a spiegare il crollo dell'Afghanistan ed il ritorno al potere dei talebani sono stati chiari: la principale responsabilità è da attribuire all'accordo di Doha del febbraio 2020 tra Usa ed il gruppo islamista voluto dall'amministrazione Trump.

Il generale Frank McKenzie, capo di Stato maggiore delle forze armate ha affermato che l'accordo ha avuto un "effetto davvero negativo" sul governo e sui militari afghani.

L'accordo si può riassumere in questi termini. Gli Stati Uniti hanno promesso ai talebani il ritiro delle loro truppe a maggio 2021, mentre come contropartita i talebani si sono impegnati ad adottare misure per impedire a gruppi terroristici come al-Qaeda di minacciare la sicurezza dell'America e dei loro alleati... anche se non è chiaro come gli Usa possano monitorare o meno tale impegno.

Inoltre, gli Stati Uniti si sono impegnati a porre fine agli attacchi aerei contro i talebani e a ridurre progressivamente la loro presenza nel Paese.

Da ricordare anche che lo scorso novembre il leader dei repubblicani al Senato, Mitch McConnell, aveva definito un madornale errore il ritiro delle truppe dall'Afghanistan deciso da Tump.

L'accordo di Doha, pertanto, ha rafforzato il gruppo islamista che progressivamente ha aumentato il numero di attacchi contro le forze di sicurezza afghane i cui membri, vedendo che gli alleati li stavano pian piano lasciando al loro destino, hanno capito che non sarebbe stato per loro conveniente continuare a farne parte.

Il colpo finale, rispetto a quanto stava accadendo, lo ha dato l'amministrazione Biden, confermando l'accordo siglato dal suo predecessore, con la sola differenza di averne prorogato la fine al 31 agosto invece che al 31 maggio.

Queste le premesse, secondo i generali Usa, che hanno portato al caotico ritiro dall'Afghanistan dell'esercito americano e dei loro alleati con vari ponti aerei che hanno collegato l'aeroporto di Kabul con diverse capitali orientali, mediorientali e europee, Un ritiro segnato da un attentato suicida dove sono morte 182 persone.

In una recente intervista rilasciata alla BBC, il portavoce dei talebani Zabihullah Mujahid ha dichiarato che il gruppo ha dato garanzie al mondo che non ci sarà alcuna minaccia terroristica contro alcun Paese, Stati Uniti compresi, che potrà avere il supporto dell'Afghanistan, invitando i Paesi occidentali a scegliere la via della diplomazia e della cooperazione, evitando di occuparsi delle questioni interne e di come i talebani decidano di amministrare il loro territorio.