A seguito di un banale caduta nella sua casa di New York è venuta a mancare, mercoledì 16 agosto, una delle delle più grandi soprano del '900, Renata Scotto. Lo ha comunicato Filippo Anselmi, uno dei due figli della cantante nati dal matrimonio con Lorenzo Anselmi, primo violino della Scala.
Dopo una grande carriera da soprano, che l'ha vista interprete su tutti i più importanti palcoscenici della musica lirica insieme ai più grandi cantanti (Giuseppe Di Stefano, Ettore Bastianini, Ivo Vinco, Sesto Bruscantini, Alfredo Kraus, Fiorenza Cossotto, Tito Gobbi, Dietrich Fischer-Dieskau, Carlo Bergonzi, Birgit Nilsson, Franco Corelli, Maria Callas, Luciano Pavarotti, Mirella Freni...) e direttori del suo tempo, Renata Scotto ha dedicato la seconda parte della sua vita prima alla regia e poi ad insegnare la sua arte, grazie al fatto che oltre ad essere una grande interprete era anche un'ottima musicista.
Questo il ricordo di alcuni che hanno avuto la fortuna e il piacere si esserle stati vicini.
Enrico Stinchelli, regista e conduttore radiofonico: "Impossibile classificarla, forse con una sola parola: fuoriclasse. Le tante trasmissioni in RAI fatte assieme sono state le più istruttive, sapienti e costruttive,memorabile una puntata assieme al grande compagno di studi, Alfredo Kraus. Gentile, simpatica, sarcastica, sempre attentissima a non dire troppo ma facendo capire in modo netto il Suo pensiero. Fantastiche le sue lezioni, tutte basate sull'interpretazione, profonda, analitica. Un dolore immenso mi pervade ed è un grande lutto per chi ama davvero l'Opera e i Grandi che l'hanno onorata".Michele dall'Ongaro, Presidente-Sovrintendente dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia: "Chiunque si sia, anche solo per caso, avvicinato a Renata Scotto non può non aver avvertito un brivido, una specie di scossa elettrica, un’ondata di pura energia che la sua fortissima personalità sprigionava generosamente. Non è stata solo una cantante eccezionale ma anche una persona eccezionale. Capita di incontrare talenti (vocali e non) strepitosi che abitano creature non sempre consapevoli del loro dono, della responsabilità che comporta gestirlo, ospitarlo, dell’impegno cui obbliga coltivarlo. In Renata Scotto la consapevolezza delle sue impressionanti doti (vocali, drammatiche, artistiche, intellettuali, umane) era totale come era magnetica la sua “aurea” e non meno straordinaria l’intelligenza con la quale gestiva il tutto. Il suo sguardo pretendeva un’attenzione totale ed esclusiva: impossibile distrarsi o fingere di ignorare un’allusione, un accenno buttato là. Nulla che la riguardasse era di importanza secondaria o trascurabile perché tutto, anche la parola apparentemente casuale, era indirizzato al conseguimento del massimo risultato, della qualità assoluta, del disvelamento dell’Arte e della Bellezza alla quale ha dedicato la vita con il canto, l’insegnamento, con una forza ed un rigore eccezionale. L’Accademia di Santa Cecilia deve molto a Renata Scotto. Con Bruno Cagli aveva fondato Opera Studio dove, con Anna Vandi e Cesare Scarton, si sono perfezionati tanti cantanti oggi sulle scene del Mondo come Rosa Feola. La vogliamo ricordare e salutare con queste poche righe con l’affetto e l’ammirazione che meritano i grandi artisti che hanno cambiato la Storia del Novecento e quindi un po’ anche la nostra".
E dato che era originaria di Savona, è giusto anche riportare il ricordo, oltre che di musicisti, anche del sindaco della città che le ha dato i natali e a cui è rimasta sempre legata, Marco Russo: "È morta una cantante unica, una grande musicista, una grande artista, una grande donna. Una grande savonese. Colta, raffinata, generosa, semplice. Renata Scotto ha voluto donare a Savona la sua presenza, il suo impegno, la sua arte. Lei, che ha calcato i palcoscenici di tutto il mondo, ha voluto illuminare la nostra città con la sua presenza, sempre assidua agli spettacoli, con la regia di opere liriche, sempre affascinanti e moderne, con il sostegno all’Opera Giocosa, con la formazione di nuovi giovani musicisti, con il suo essere riferimento assoluto per tutti gli artisti che venivano a Savona. Lei, che ha toccato il vertice dell’arte mondiale, aveva la semplicità dei grandi, e ogni volta che la si incontrava, sembrava lei ad essere felice di parlare con l’altro. Il suo amore per la musica era contagioso e sapeva, con un solo gesto, con un solo sguardo, con poche parole, trasmettere sia la tensione verso la perfezione, che lei conosceva, sia la semplicità accessibile della musica per chiunque. Ci mancherà in tutto. Ci mancherà il suo saluto gioioso e affettuoso. Savona le sarà sempre grata e resterà un esempio per tutti noi e un riferimento costante per la nostra città".
E per capire la sua arte...
Crediti immagine: Accademia di Santa Cecilia