Cronaca

MCSC/ Con Madre Giuseppina, dal Congo a Pompei, suor Giselle, Germen e Stella, per i voti solenni

POMPEI – (Ernesto Genoni) - Alla presenza della Madre Generale delle Missionarie Catechiste del Sacro Cuore, Madre Giuseppina Anatrone (ingrandita in foto), in programma, per le tre nuove sorelle africane, domenica 26 Novembre prossimo, il sacro rito della professione solenne. La celebrazione, l’emissione in perpetuo dei voti religiosi, nella piccola chiesa di San Giuseppe, ex Rettoria in Torre Annunziata (Na), parrocchia, retta da don Ferdinando Ciani Passeri, ricadente nella Diocesi di Nola tenuta da S.E.R. il Vescovo monsignor Francesco Marino.

Le festeggiate sono suor Giselle, suor Germen e suor Stella, neoprofesse della missione MCSC di Bulungu e Kikwyt in Congo, da poco nella comunità religiosa, entrano in perpetuo, con voti di povertà, castità ed obbedienza, nell’ Ordine religioso MCSC: la Congregazione religiosa di padre Eustachio Montemurro, che gode del riconoscimento della Santa Sede dal 4 Maggio del 1949. 

Montemurro fu medico, promotore sociale, sacerdote e fondatore (Gravina 1857 – Pompei 1923). La crisi dei valori cristiani, l'ignoranza religiosa e le varie situazioni tormentate del suo tempo, lo spinsero ad intraprendere coraggiose iniziative per la gloria di Dio e la promozione del prossimo, la congregazione femminile e quella maschile con i “Piccoli Fratelli del SS. Sacramento”.

Quella di San Giuseppe, è una chiesetta rurale, sottostante agli usi e costumi dell’epoca, in località “Croce di Pasella”, con una storia che coinvolge in pieno la figura del fondatore della Congregazione. 

Infatti nel periodo tra ‘700 e ’800, la tradizione religiosa richiedeva e poneva all’ingresso di ogni città un’edicola votiva dedicata per la maggior parte alla Santa Croce di Nostro Signore Gesù Cristo, e Torre Annunziata l’aveva posta alle porte del suo ingresso, al quadrivio sopra nominato, a “Croce a Pasella”.

Padre Eustachio operò qui ben 9, anni portando a compimento i lavori di edificazione della chiesetta rurale, fatta di pietre vive, acquistando poi di sua sponte, il terreno retrostante la cappella, “allo scopo di ricavarne un cortile per far giocare i ragazzi del catechismo e per i quali voleva istituire un Oratorio”, così come nelle narrazioni. Egli, per recuperare tempo ed energie, acquistò anche un somarello ed un calessino per spostarsi dal Santuario di Pompei, e recarsi in peregrinazione apostolica, dopo le messe vespertine del Santuario, presso le chiesette periferiche di Pompei, di Scafati e appunto in Torre Annunziata in località “Croce di Pasella” detta così per il nome del colono che possedeva quelle terre.

Sotto il timpano della chiesetta di San Giuseppe, di via Plinio 361, una scritta sul frontone: “Soli Deo Honor et Gloria”, scritta che suggerì lo stesso padre Eustachio che tradotto ricorda a chi vi entra, di operare con “Onore e Gloria all’unico Dio Creatore”. Una storia veramente appassionante quella della chiesetta di “Croce di Pasella” con Bartolo Longo e Padre Eustachio in prima linea, ma troppo articolata per riportarla qui nei suoi particolari pieni di suggestioni, una storia che lasciamo agli storici e alla narrazione accurata del parroco don Ferdinando Ciani Passeri.

Auguri giungono ancora a suor Giselle, suor Germen e suor Stella, dalla Madre Generale, dalle Suore Consorelle Missionarie Catechiste del Sacro Cuore e  dall’Associazione laicale per il carisma di padre Eustachio Montemurro.  Le tre giovani sorelle sono neoprofesse di una Congregazione forte che vede nel suo fondatore un uomo di grande santità e spirito di abnegazione nell’operare per l’elevazione morale e spirituale delle comunità che lo accolsero con infinito amore.

Autore Ernesto Genoni
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