Ieri, a sorpresa, è stato nominato nuovo amministratore delegato della Superlega Bernd Reichart, manager tedesco con una notevole esperienza nel mondo dei media, dei diritti televisivi e della comunicazione. 

Queste le sue prime parole:

"La situazione attuale del calcio europeo è costellata da una serie di difficoltà che non si risolveranno da sole. I Presidenti di Real Madrid, Barcellona e Juventus hanno recentemente espresso il loro punto di vista sui problemi che il nostro sport sta attraversando. Penso stiano ponendo le domande giuste, e sono personalmente entusiasta di poter ascoltare tante voci diverse in modo che la comunità calcistica europea possa trovare insieme le risposte corrette. Il gioco che tutti amiamo beneficerà di un dialogo onesto, aperto e libero da vincoli, su un futuro migliore attraverso un serio processo di riforma".

In pratica Juventus, Barcellona e Real Madrid hanno riaperto lapratica Superlega... ma la questione è, anche se nella causa giudiziaria in corso dovesse essere sentenziato un via libera alla sua attuazione, chi ci giocherebbe? Le squadre inglesi si sono ritirate su spinta dei loro tifosi. Il Bayern Monaco e le altre squadre tedesche non ne hanno mai voluto e non ne vogliono sapere di parteciparvi. La Liga e la Serie A si sono espresse in senso negativo e, addirittura, hanno fatto altrettanto i vertici delle istituzioni europee, anche quelli politici e non solo quelli sportivi.

La Superlega è il progetto della disperazione per i tre club sopra citati, perché indebitatissimi, che sperano di acquisire i soldi necessari a risistemare i loro conti da una banca che anticipi la somma (ipotetica) della vendita dei futuri diritti tv che verrebbero incassati al momento dell'avvio del torneo.

Ma se sono solo tre i cosiddetti (ed è tutto da dimostrare) top club che vi partecipano, perché questo torneo dovrebbe essere per i tifosi più appetibile rispetto alla Champions League?