"Se la sinistra insiste con droga libera, la cittadinanza facile e il ddl Zan, faremo vedere di che pasta è fatta la Lega. Ora basta. Le emergenze sono aumento di stipendi e pensioni, sono il lavoro e il taglio delle tasse, sono l’autonomia e la lotta all’immigrazione clandestina. Non altro".
Così Matteo Salvini ha ribadito oggi su Facebook quanto aveva espresso in mattinata al summit di partito a Palazzo Pirelli con il governatore della Lombardia Attilio Fontana e i consiglieri regionali della Lega, dissotterrando pertanto l'ascia di guerra (si fa per dire) contro gli alleati di governo.
Da capire, comunque, quanto le parole di Salvini possano o meno essere prese sul serio.
Quello che non va giù al leader leghista è che alla Camera si discutano due provvedimenti parlamentari che però non impegnano il governo, non avendo nulla a che vedere con l'agenda di Governo!
Un provvedimento prende in esame alcune modifiche al testo unico delle leggi in materia di disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope, prevenzione, cura e riabilitazione dei relativi stati di tossicodipendenza per rendere legale la coltivazione, ad uso personale, di quattro piantine di canapa.
L'altro provvedimento è relativo a modifiche alla legge 5 febbraio 1992, n. 91, recante nuove norme per garantire la cittadinanza italiana a coloro che abbiano concluso un ciclo di studi nel nostro Paese (ius scholae).
Secondo Salvini, tali provvedimenti il Parlamento non dovrebbe discuterli e gli altri partiti che supportano la maggioranza... idem. Perché? Perché il Parlamento si dovrebbe occupare solo di: aumento di stipendi e pensioni, lavoro e taglio delle tasse, autonomia e lotta all'immigrazione clandestina.
Ma la logica dell'estremista di destra della Lega non è ben comprensibile. Infatti, scorrendo il calendario dei lavori della Camera vediamo che lunedì i deputati si occupano dell'Istituzione del Sistema terziario di istruzione tecnologica superiore (qualunque cosa voglia dire), mentre domani si occuperanno anche di iniziative per sopperire alla carenza di personale nei settori del turismo e dell'agricoltura e per sostenere le relative filiere produttive, di iniziative in materia di disciplina di bilancio e governance economica dell'Unione europea, di modificare l'articolo 71 del codice del Terzo settore in materia di compatibilità urbanistica dell'uso delle sedi e dei locali impiegati dalle associazioni di promozione sociale per le loro attività, di disciplina del volo da diporto o sportivo, di modifica all'articolo 114 della Costituzione in materia di ordinamento e poteri della Città di Roma...
Ma perché di questi provvedimenti Salvini non ha nulla di cui lamentarsi? Eppure nulla hanno a che vedere con quelli da lui elencati come unici di cui il Governo e i partiti che lo supportano dovrebbero occuparsi.
Ma alla Lega avere le idee confuse è una specie di dono. Così il partito di Salvini, sui propri account social, riprende quanto dichiarato al quotidiano La Verità (secondo Belpietro) da un tal ammiraglio (seppur di riserva) Nicola De Felice:
"Se gli approdi continueranno con questo ritmo la situazione presto diventerà molto critica. Gli ultimi dati dicono che al primo luglio ne sono arrivati 27.633, entro la fine dell'anno rischiamo di far entrare 100mila stranieri in Italia".
Con buona pace di Belpietro, di De Felice, di Salvini e della Lega erano già più di 80mila gli ucraini arrivati in Italia a fine maggio, praticamente in 3 mesi. Anche loro sono stranieri.