Per il governo dei (post) fascisti si apre una questione giudiziaria, per un paio di vicende venute alla luce di recente.

La prima, vede la maggioranza di governo interessata solo indirettamente e riguarda l'accusa di corruzione che vede coinvolti l'ex direttore dell'Agenzia delle Dogane Marcello Minenna, oggi assessore all'ambiente della Regione Calabria, e l'ex parlamentare della Lega, Gianluca Pini, entrambi finiti ai domiciliari per un'indagine che riguarda vari episodi di corruzione legati anche alla gestione della fornitura di mascherine durante il periodo della Pandemia.

Quello che è da sottolineare è che gli estremisti di destra Salvini e Meloni avevano in passato accusato persone legate ai partiti dell'attuale opposizione come corrotti e rei per delle inchieste in corso relative alle forniture collegate alla gestione della pandemia e adesso ecco che due persone legate al centrodestra finiscono agli arresti domiciliari proprio per delle mascherine... cinesi!  

Non si può non sorridere dell'ironia che sta alla base della vicenda, nella speranza... ovviamente, che gli attuali indagati e arrestati possano chiarire la loro posizione e possano dimostrare la propria estraneità da qualunque accusa.

Per Meloni, però, è molto più imbarazzante la vicenda Santanchè.

Ci sono voluti alcuni giorni, ma l'inchiesta di Report andata in onda lunedì sul modo di gestire le aziende di sua proprietà da parte dell'attuale ministro del Turismo ha iniziato a far rumore nell'opinione pubblica.

"Da oltre 20 anni dichiara Report - Daniela Santanché è uno dei volti femminili più noti della destra italiana, simbolo televisivo per almeno un decennio del potere berlusconiano. Prima di essere un politico, come rivendica in ogni intervento pubblico, l'attuale ministro del turismo è innanzitutto una imprenditrice. Le sue aziende però finora sono andate tutte molto male".

Nell'inchiesta di Giorgio Mottola, Report ha mandato in onda le testimonianze dei dipendenti e dei fornitori storici delle aziende di Daniela Santanché. Il quadro che ne è uscito è disastroso: bilanci in rosso, lavoratori mandati a casa senza liquidazione e ditte del tanto celebrato Made In Italy messe in difficoltà, o addirittura strozzate, dal mancato saldo delle forniture. E mentre le sue imprese crollavano, Daniela Santanché e il suo socio, l'ex compagno Canio Mazzaro, si assegnavano compensi e benefit sproporzionati.

Dall'inchiesta emergono anche rapporti tra alcune società del gruppo che si è visto assegnare, senza gara, l'appalto per la campagna promozionale del ministero del turismo "Open to Meraviglia" e una delle aziende di Daniela Santanché, Visibilia, impresa, attiva nel campo dell'editoria e della pubblicità, a lungo gestita dal suo attuale compagno Dimitri Kunz Asburgo Lorena, che si chiama così solo perché il babbo - evidentemente un mattacchione - lo ha registrato con tale nome all'anagrafe di San Marino ala momento della nascita.

Visto quanto fatto da Santanchè negli ultimi anni (di cui fanno parte anche non chiari rapporti con la ditta Armando Testa aggiudicataria senza gara di un appalto per la campagna Open to Meraviglia e quelli con l'attività di avvocato del senatore La Russa che gestisce gli interessi di un fondo di Dubai che ha prestato ad una ditta della Santanchè alcuni milioni di euro per evitarne il fallimento con un'operazione su cui adesso indagano GdF e Consob), opposizioni e opinione pubblica, nelle ultime ore, hanno iniziato a chiederne le dimissioni perché la ministra non avrebbe le carte in regola per ricoprire l'incarico.

Un ulteriore problema (politico) per Giorgia Meloni, anche perché potrà diventare un cavallo di battaglia delle opposizioni...