La notizia di due bambini di 4 mesi e 6 anni dispersi nell’ennesimo naufragio al largo di Lampedusa, che conta anche altri due dispersi, è una tragedia inaccettabile. I genitori, originari della Costa d’Avorio, soccorsi ieri e giunti sull’isola hanno confermato la perdita dei loro figli nel tentativo disperato di raggiungere l’Europa per cercare un futuro possibile, spezzato dal drammatico naufragio.

Si tratta del secondo naufragio al largo dell’isola accaduto negli scorsi due giorni, che conferma come il Mediterraneo centrale sia tra le rotte migratorie che causano il numero più elevato di vittime, tra cui donne e minori. È necessaria un’assunzione di responsabilità condivisa tra gli Stati membri e le istituzioni europee che disponga un meccanismo coordinato e strutturato di ricerca e salvataggio delle persone in difficoltà in mare, agendo nel rispetto dei principi del diritto internazionale, e che si ponga l’obiettivo di garantire vie sicure e legali per l’ingresso in Europa.
 
Lo dichiarano Save the Children e UNICEF, presenti sull’isola di Lampedusa con un intervento di protezione. Il team, che opera incessantemente per garantire una risposta immediata ai bisogni essenziali di bambine, bambini e adolescenti e delle loro famiglie che arrivano a Lampedusa, ha contribuito a garantire immediato supporto e assistenza ai genitori sopravvissuti durante le operazioni di sbarco e presso l’hotspot sull’isola.
 
Le due Organizzazioni sottolineano altresì l’importanza dell’impegno nell’accoglienza e nella protezione dei migranti che attraversano la frontiera sud dell’Europa in cerca di salvezza, e in particolare di quelli più vulnerabili, come minori soli, anche molto piccoli, donne e famiglie con  bambini. 

La situazione di questi giorni a Lampedusa dimostra, ancora una volta, la necessità di affrontare l’arrivo dei migranti in modo strutturato e la necessità di garantire subito assistenza e protezione adeguate.
 

Fonte: comunicato stampa inviato da Save the Children e Unicef