"L'Ufficio del Massimario della Cassazione esprime le sue legittime critiche sul decreto sicurezza, bene, sia chiaro che non ha nulla a che spartire con la Corte Costituzionale. Nella lettura delle novità normative sottopone il dl sicurezza a giudizi che esulano dalla sua funzione, confondendo volutamente la presunta illegittimità costituzionale con i pareri di autorevoli giuristi, condannando quindi senza averne il potere una legge voluta dal Parlamento e promulgata dal Capo dello Stato. Più che un massimario delle sentenze, hanno scritto un massimario della confusione che offende l'onesto e silenzioso lavoro di migliaia di magistrati indipendenti e laboriosi".

Così il (post) camerata Rampelli (FdI) aveva bollato il giudizio sul decreto sicurezza da parte di quello che potremmo definire il motore degli organi giudicanti in Italia (l'Ufficio del Massimario della Cassazione). 

C'è da immaginare - visto che non si è espresso al riguardo - che il giudizio di Rampelli non cambi in rapporto al cosiddetto modello Albania, anch'esso successivamente bocciato in toto dall'Ufficio del Massimario. 

Questa destra  al potere vuole comandare e per farlo continua a far carta straccia di ciò che è scritto nella Costituzione, a partire dall'articolo 1 in cui si sottolinea che la sovranità sì appartiene al popolo, ma che questa può essere esercitata solo nelle forme e nei limiti della Costituzione.

Per gli ottusi... Un governo democraticamente eletto ha il diritto di governare facendo  (in teoria) ciò che ha promesso agli elettori, ma lo può fare rispettando ciò che è scritto nella Costituzione... non certo ignorandolo.

Meloni sa bene di aver licenziato delle porcate dal punto di vista normativo. Ne è consapevole. Lo ha fatto perché nel frattempo pensa di potersene avvantaggiare in modo tale da silenziare il più possibile (con la galera o la sola minaccia della galera) ogni forma di opposizione, visto che quando i miracoli economici di superbonus e PNRR svaniranno e anche i più sfegatati sostenitori si renderanno conto del nulla di cui si sono inorgogliti, allora saranno dolori.  Naturalmente, prima che la Corte Costituzionale ripristini lo Stato di di diritto, passeranno circa un paio d'anni e questo lasso di tempo sarà sufficiente a Meloni per cercare di farsi rieleggere... prima che la minaccia della galera possa svanire, in modo da continuare ad arginare il dissenso che finirebbe per oscurare la propaganda di regime.

È vero... fior di costituzionalisti possono aver giurato e possono giurare fino alla fine dei giorni nel cercare di dimostrare l'indimostrabile, fino ad arrampicarsi sugli specchi per sostenere l'insostenibile... non è una novità, specialmente quando certe posizioni vengonon ricompensate e remunerate con incarichi istituzionali. Quindi, non dobbiamo stupircene...

Quello che invece indigna - non si può parlare di stupore - è l'ignavia del capo dello Stato, Sergio Mattarella, che ha il compito di fare da garante della Costituzione, ma che non ha mai fatto nulla per rispettarlo, approvando leggi smaccatamente incostituzionali, fin dalla prima riforma elettorale varata dal governo Renzi!

Ben che vada, dopo aver firmato la qualunque, Mattarella lancia avvertimenti ai presidenti di Camera e Senato affinché - bontà loro - si attivino per modificare uno o più passaggi di una norma da lui ritenuta non corretta. 

Così, siamo arrivati al corto circuito istituzionale in cui la Cassazione si trova costretta a bocciare norme che Mattarella non avrebbe mai dovuto firmare... non perché non di suo gradimento, ma perché in palese violazione con la Costituzione o con il diritto internazionale (e di conseguenza con la Costituzione).

E quel che è peggio è che dobbiamo ascoltare, soprattutto da parte delle opposizioni, il mantra con cui viene ripetuto che "per fortuna c'è Mattarella". 

Quando il capo dello Stato inizierà a svolgere correttamente il suo compito sarà comunque fuori tempo massimo.