"Il Consiglio dei Ministri, su iniziativa del Ministro della giustizia Marta Cartabia, ha affrontato la riforma del processo penale e ha deciso di apportare alcune modifiche. Rispetto al testo approvato due volte all’unanimità dal governo, si introducono alcune novità, tra cui:- si prevede che per i primi tre anni di applicazione della riforma, la durata del processo d’Appello si estende per un ulteriore anno e quella del processo per cassazione di ulteriori sei mesi;- si prevede che per taluni reati, in particolare per i reati di associazione mafiosa, scambio politico mafioso, associazione finalizzata allo spaccio, violenza sessuale e reati con finalità di terrorismo e di eversione dell’ordine democratico, i giudici di Appello e di Cassazione possano con ordinanza, motivata e ricorribile in Cassazione, disporre l’ulteriore proroga del periodo processuale in presenza di alcune condizioni riguardanti la complessità del processo, il numero delle parti e delle imputazioni o per la complessità delle questioni di fatto e di diritto. Per i reati aggravati di cui all’articolo 416 bis, primo comma, la proroga può essere disposta per non oltre due anni".
Questa è la nota che Palazzo Chigi ha pubblicato dopo l'ultimo CdM, dove la precedente mediazione Cartabia sulla riforma della Giustizia è stata (ri)mediata per ovviare alle perplessità del Movimento 5 Stelle. Perplessità che anche oggi si sono palesate, tanto che il Consiglio dei Ministri è durato molto più del dovuto, per riuscire a trovare un punto d'incontro tra la tutela della legalità e quella di chi invece vuol promuovere interessi terzi, nascondendosi dietro il paravento del cosiddetto "giusto processo".
Il neo capo politico in pectore dei 5 Stelle, Giuseppe Conte, stavolta non ha bocciato la (ri)mediazione Cartabia, dichiarando che quanto introdotto oggi nella legge possa impedire che la mannaia della prescrizione impedisca di arrivare a sentenza nei processi per mafia, terrorismo e violenza sessuale aggravata. Per gli altri processi, Conte ha detto che è lasciata al giudice la discrezionalità di una ulteriore proroga di un anno.
Anche il segretario del Pd, Enrico Letta, si dice di nuovo soddisfatto, come tra l'altro aveva già detto in precedenza, anche della riforma riformata quest'oggi dalla Cartabia:
"Accelerare i processi, garantire strutture sufficienti per gli operatori di giustizia, evitare qualunque rischio di impunità. L’equilibrio trovato dal Governo Draghi rende la riforma della #giustizia migliore. Lo avevamo chiesto e ci siamo spesi per l’accordo fino in fondo. Bene.La riforma della giustizia ci avvicina all’Europa e ci fa compiere grandi avanzamenti in termini di modernità ed efficacia. La Ministra Cartabia ha trovato il giusto equilibrio per superare la riforma precedente senza scadere nell’impunità. Ci siamo spesi per l’accordo. Ne siamo contenti".
Per conoscere il parere di Salvini e Renzi sulle nuove modalità che riguardano la prescrizione, è necessario attendere che i due politici sentano prima il parere dei propri avvocati in relazione ai procedimenti giudiziari che li riguardano.
Queste, invece, le nuove dichiarazioni in proposito della ministra mediatrice, Marta Cartabia, rilasciate al termine del CdM:
"C’è l’impegno da parte di tutte le forze politiche di maggioranza a ritirare tutti gli emendamenti presentati con l’obiettivo di accelerare il più possibile e portare a termine questa riforma prima della pausa estiva"."L’obiettivo è garantire una giustizia celere, nel rispetto della ragionevole durata del processo, e allo stesso tempo garantire che nessun processo vada in fumo. L’aggiustamento più importante è una norma transitoria che ci consente di arrivare ad una gradualità a quei termini che ci eravamo dati e rimangono fissi. La seconda cosa è un regime particolare per quei reati che nel nostro paese hanno sempre destato allarme sociale – come i reati di mafia, terrorismo, violenza sessuale e il traffico internazionale di droga – che avranno norme specifiche con possibilità di proroghe dei giudici e la possibilità di arrivare fino in fondo"."Abbiamo apportato degli aggiustamenti, come annunciato la scorsa settimana con Draghi, alla luce del dibattito molto vivace che si è sviluppato in queste settimane sia da parte delle forze politiche che degli operatori e degli uffici giudiziari che saranno i primi ad essere chiamati alla grande sfida di implementare una riforma così significativa e innovativa nel nostro Paese".
Tutta questa inutile confusione, per chi lo avesse dimenticato, è data dal fatto che in Italia non si vuole sospendere la prescrizione all'inizio del processo (penale) oppure dopo la sentenza di primo grado, come avviene in tutte le altre democrazie occidentali. Naturalmente, ad opporsi alla possibilità di riproporre anche in Italia quello che da sempre viene fatto in quasi tutti gli altri Paesi "civili", sono proprio quelle forze politiche che, in altre occasioni, hanno ripetuto in tutte le salse che l'Italia deve prendere esempio da Paesi come gliStati, Uniti, la Francia, la Gran Bretagna, la Germania... ma stavolta no!