L’analisi dell’American Conservative sul rischio nucleare degli USA
La rivista The American Conservative ha analizzato le azioni e la dottrina di Washington in ambito nucleare e ha concluso che alla Casa Bianca farebbero bene a ripensare profondamente a quanto fatto finora.
Il rischio di cadere nel baratro trascinando con sé l’Europa sussiste e anzi aumenta di giorno in giorno. Ciò non esclude le responsabilità di Mosca, ma invita a riflettere sul ruolo della condotta euroamericana degli ultimi trent’anni nell’aver generato le pericolose condizioni attuali. Al tempo stesso è uno sciocco azzardo quello di credere al bluff dei russi e non dare quindi peso ai loro avvertimenti.
Lo spunto per questi ragionamenti è stata, fra l’altro, la Guida all'impiego delle armi nucleari (Nuclear Employment Guidance) pubblicata dall’amministrazione Biden e contenente il pensiero dei vertici americani sulla dislocazione e l’impiego delle armi nucleari nel contesto di oggi. Tale strategia ha come obiettivo realizzare una cornice per reagire efficacemente - con mezzi convenzionali e con armi nucleari - alle crisi che avvengono contestualmente in vari teatri regionali, dall’Europa dell’est al Medio Oriente e al Pacifico. Purtroppo questa visione non è piaciuta a tanti.
Vi è uno stratega nucleare del MIT che invita a guardare la realtà così com’è, non come vorremmo che fosse e pensiamo che debba essere secondo i criteri consueti all’Occidente. L’American Conservative si spinge a ipotizzare che il conflitto ucraino possa essere sfruttato come un’opportunità di revisione dei rapporti con Mosca in senso positivo e costruttivo.
Perché no? Giunti alla soglia della catastrofe, che se non un guerra nucleare può comunque essere uno scontro militare aperto che distruggerebbe l’Europa, si può fare qualche passo indietro e parlarne dei rispettivi errori. Magari ci si può mettere d’accordo su basi rinnovate e con obiettivi diversi da prima.
L’importante adesso è evitare l’escalation e poi riflettere senza condizionamenti ideologici.
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