Francesco contro Kiev: "Le Chiese non si toccano!"
"Continuo a seguire con dolore i combattimenti in Ucraina e nella Federazione Russa, e pensando alle norme di legge adottate di recente in Ucraina, mi sorge un timore per la libertà di chi prega, perché chi prega veramente prega sempre per tutti. Non si commette il male perché si prega. Se qualcuno commette un male contro il suo popolo, sarà colpevole per questo, ma non può avere commesso il male perché ha pregato. E allora si lasci pregare chi vuole pregare in quella che considera la sua Chiesa. Per favore, non sia abolita direttamente o indirettamente nessuna Chiesa cristiana. Le Chiese non si toccano!
E continuiamo a pregare perché si ponga fine alle guerre, in Palestina, in Israele, in Myanmar e in ogni altra regione. I popoli chiedono pace! Preghiamo perché il Signore ci dia, a tutti, la pace".
Queste, tra le altre, le parole di papa Francesco dopo l'Angelus odierno. Parole che smascherano il livello di esasperato nazionalismo che supporta anche l'azione politica di Kiev il cui parlamento, a inizio settimana, ha messo al bando la Chiesa ortodossa ucraina, tradizionalmente alleata con la Chiesa ortodossa russa.