È decollato con 45 minuti di ritardo - alle 15:45 ora locale di martedì 6 febbraio - dal Launch Complex 39A del Kennedy Space Center della Nasa in Florida, il razzo Falcon Heavy prodotto da SpaceX.

Falcon Heavy è il razzo - a questo punto da considerarsi operativo - attualmente più potente al mondo, in grado di portare in orbita materiale con un peso fino a 64 tonnellate, equivalente ad un aereo di linea come un 737 carico di passeggeri, equipaggio, bagagli e carburante.

Il primo stadio del Falcon Heavy è composto da tre Falcon 9 dotati ognuno di nove motori Merlin che complessivamente sono in grado di generare una spinta al decollo pari a circa diciotto aerei 747. Solo il razzo Saturno V, di cui l'ultimo esemplare è volato nel 1973, è riuscito ad avere prestazioni maggiori.

Falcon Heavy, insieme a Falcon 9, sono i due razzi che SpaceX, azienda di Elon Musk, mette a disposizione di chiunque abbia necessità di portare materiale nello spazio... a prezzi accessibili (in relazione al contesto)! Falcon 9, destinato a mettere in orbita carichi fino a 22 tonnellate può essere affittato per 62 milioni di dollari. Ce ne vogliono 90, invece, per il Falcon Heavy che martedì era alla sua prima missione di test.



Adesso, la Nasa potrà utilizzare il vettore di un privato per le future missioni che hanno come obbiettivo la Luna e Marte... senza dimenticare che la stessa SpaceX potrà fare altrettanto. Quella di martedì, pertanto, è una data da ricordare e passerà alla storia.

E per sottolineare che lo spazio da adesso non è più un settore di ricerca riservato agli Stati, ma anche di investimento riservato alle aziende private, il Falcon Heavy ha portato con sé la roadster elettrica Tesla color rosso, nuovo gioiellino presentato di recente da Musk che, dopo essere stata messa in orbita è stata indirizzata verso Marte sulle note di "Life on Mars" di David Bowie. In fondo, perché non approfittare dei costi del test per farsi anche un po' di pubblicità? Una Ferrari su Marte ancora non è stata lanciata.



Uno degli aspetti che rende il progetto Falcon molto conveniente è la possibilità di riutilizzo di parti del vettore che atterrano o vengono recuperate da droni mentre sono in volo, dopo la messa in orbita del razzo.
L'utilizzo di vettori privati per il lancio e la messa in orbita di satelliti geostazionari non è certo una novità, come dimostra il vettore Arianne. In questo caso, però, le dimensioni del razzo ed i possibili usi in prospettiva sono sicuramente una novità per un'azienda privata.

E che le prospettive di crescita in questo settore non siano utopiche, lo dimostra l'incremento degli investimenti che nel 2016 hanno visto aumentare a 2,8 miliardi di dollari gli investimenti in startup legate allo spazio, 400 milioni in più rispetto al 2015 (gli Usa assegnano alla Nasa quasi 20 miliardi di dollari all'anno).

E non bisogna neppure dimenticare che ci sono altre aziende private che seguono la stessa strada di SpaceX, come la Blue Origin di Jeff Bezos, fondatore e maggior azionista di Amazon, con il suo prototipo di razzo - anch'esso riutilizzabile - New Glenn.

A questo punto è naturale chiedersi se queste aziende saranno, per lo spazio, gli esploratori del futuro come in passato lo furono la Compagnia delle Indie orientali olandesi e britannica o la canadese Hudson's Bay Company che divennero proprietarie di territori immensi, sfruttandoli in maniera monopolistica senza alcun controllo da parte degli Stati sovrani. In fondo, per Internet sta accadendo la stessa cosa!