Iraq, tenente curdo era con militari italiani: "Eravamo a 200 metri da punto di arrivo quando è esploso l'ordigno"
Un tenente curdo, Ranj Rizgar Noah, che si trovava con i militari italiani delle Forze Speciali ha raccontato quanto accaduto prima dell'esplosione dell'ordigno improvvisato (IED) che ha causato il ferimento dei 5 militari italiani.
Lo ha raccontato in esclusiva in un'intervista a Fausto Biloslavo pubblicata su "ilGiornale".
Il tenente curdo aveva appena terminato un'operazione contro l'ISIS nell'area di Palkana nell'Iraq orientale, assieme a venti militari delle Forze Speciali italiane. La loro missione aveva come obiettivo di eliminare un deposito dell'ISIS, dove si costruiscono trappole esplosive e IED.
"Noi eravamo davanti e gli italiani dietro, come accade sempre quando facciamo queste operazioni, c'erano circa 22 uomini delle vostre Forze Speciali che partecipavano alla missione e 25 Peshmerga. Abbiamo trovato il deposito dell'ISIS e diverse armi, munizioni ed altro materiale. L'operazione è stata un successo e nessuno ha sparato un colpo. I terroristi erano fuggiti prima del nostro arrivo. Non facciamo scattare alcuna operazione senza gli italiani, che sono sempre al nostro fianco e ci appoggiano con la logistica, quando abbiamo dei feriti facendolo evacuare via elicottero. Quando ci avviciniamo agli obiettivi dell'ISIS, gli italiani chiamano in supporto due elicotteri da combattimento".
La missione dunque si era conclusa senza problemi.
"Bisognava però ripiegare verso un avamposto più sicuro dei Peshmerga. Dopo l'operazione siamo rientrati verso il villaggio di Qury Cha, dove ho lasciato i 25 Peshemerga nella nostra base. Avevamo 4 veicoli, 3 Toyota Mickzamini e un Ford F-350".
I militari italiani a quanto pare sono stati recuperati un un secondo momento e divisi su diversi mezzi civili e non protetti. Una procedura questa a quanto pare normale, dato che in Iraq i militari delle Forze Speciali invece di impiegare i blindati utilizzano dei fuoristrada per non farsi riconoscere.
"Viaggiavo davanti su uno dei Toyota con 5 militari italiani delle Forze Speciali. Dietro a noi c'era il Ford-350 con altri 5 ed il resto della colonna con gli altri 2 mezzi. A 200 metri dal punto di arrivo, non lontano dall'avamposto curdo è scoppiato lo IED. Non so dire se era appositamente destinato a noi, ma i terroristi si sono resi conto dell'operazione ed hanno visto i veicoli che si erano mossi prima sulla stessa strada. Non c'è dubbio che era una bomba dell'ISIS. (...) Ho sentito il rumore della deflagrazione e ho subito guardato nello specchietto, siamo scesi e mi sono conto che l'ordigno aveva fatto saltare il veicolo dietro, un Ford 350 che trasportava 5 italiani dei corpi speciali e 2 Peshmerga rimasti tutti feriti".
Se questa testimonianza è veritiera viene da pensare che forse se i 5 militari italiani si fossero trovati su un blindato non sarebbero rimasti feriti gravemente. Ma è anche vero che appartenendo alle Forze Speciali non potevano certo farsi riconoscere dai terroristi e così si trovavano su dei mezzi civili. Saranno le indagini a fare luce su quanto successo.