Il post di Beppe Grillo su quello che dovrebbe essere il futuro dell'Ilva ha fatto gelare il sangue a molti e, c'è da scommetterlo, anche ai vertici delle forze politiche che costituiscono la maggioranza di governo... leghisti in primo luogo.

Che cosa ha detto Grillo? In Europa ci sono 2 miliardi stanziati ai tempi della CECA per le imprese che utilizzano il carbone. A Taranto dovrebbero prendere quei soldi per riconvertire l'Ilva, ma senza spiegare come e perché dovrebbero esser dati tutti all'Italia dato che sono fondi europei.

Riconvertire in cosa? In una fabbrica per fare batterie per la mobilità che usa l'elettrico, musei, attrazioni turistiche... dall'alpinismo alle immersioni. La manodopera attuale si riconvertirà in guide turistiche. Che problema c'è?

Lo hanno già fatto... in Germania. La Ruhr adesso è un'attrazione turistica. Lo stesso andrebbe fatto a Piombino, Genova... anche se Grillo non ci dice se in Germania abbiano rinunciato a produrre acciaio. E infatti in Germania continuano a produrre acciaio. 


Però, se in Italia chiudiamo Taranto, praticamente rinunceremo a continuare a produrre acciaio e questo, al momento attuale, potrebbe avere conseguenze a catena che Grillo sembra ignorare o finge di non sapere.

Ma Grillo o non Grillo, in base agli accordi con il nuovo governo, ArcelorMittal dal primo luglio dovrebbe entrare in possesso degli stabilimenti, anche senza aver raggiunto un'intesa con i sindacati sul piano occupazionale e su quello dello sviluppo.

E così, Fiom, Fim e Uilm hanno inviato uina lettera al ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio, per avere un incontro per "conoscere le azioni che il nuovo governo intende mettere in campo".

Nella lettera, i sindacati ricordano al ministro che "la trattativa è la conclusione di un percorso molto articolato che ha coinvolto anche il ministero dell'Ambiente, un tema che a Taranto merita grande attenzione, così come l'accordo di programma di Genova sulla questione delle garanzie occupazionali per tutti i lavoratori e su cui abbiamo avuto le difficoltà maggiori per il raggiungimento di un'intesa con ArcelorMittal".

Tirato in ballo, Di Maio ha fatto sapere, in un'intervista a Radio Anch'io, che il problema Ilva "sarà gestito con responsabilità. Tutto quello che viene detto da Grillo o da altri, sono opinioni personali. Io non prendo decisioni finché non incontro le parti. Poi decideremo e, se serve, valuteremo anche la continuità".

Nel frattempo, Di Maio dovrà anche occuparsi della vertenza Tim sulla cassa integrazione richiesta dall'azienda per 30mila lavoratori e sui 4.500 esuberi dichiarati, ed anche di quella Fedex-Tnt...

Insomma, adesso si inizia a fare sul serio e il nuovo governo dovrà dimostrare con i fatti di essere in grado di dare risposte al di là della propaganda messa in campo finora.