A causa della positività al Covid di Trump, il dibattito tra i due principali sfidanti alle presidenziali Usa di novembre è stato sostituito da un duello a distanza tramite due interviste andate in onda contemporaneamente, su due dei principali network americani.

Per la ABC, George Stephanopoulos ha intervistato Biden a Filadelfia, mentre per la NBC Savannah Guthrie ha intervistato Donald Trump a Miami.

Se l'intervista di Biden è stata piuttosto noiosa, forse scontata, all'opposto è da catalogare quella di Trump, ma non tanto perché il presidente in carica abbia come suo solito imposto il ritmo al dibattito, ma proprio per l'esatto contrario.

Infatti, alle dichiarazioni di Trump che ha parlato in modo positivo di un gruppo di destra estremista e cospirazionista (QAnon), ha espresso scetticismo sull'uso della mascherina, ha rimproverato il suo stesso direttore dell'FBI e ha attaccato la legittimità delle elezioni del 2020, ha ribattuto punto per punto la conduttrice Savannah Guthrie, finendo per mettere il presidente in carica in palese difficoltà. 

Biden dal National Constitution Center di Filadelfia, di contro, ha affrontato i principali temi del suo programma offrendo chiarimenti particolareggiati su come affrontare l'emergenza coronavirus e tutto quanto ad essa collegato, dalla scuola alle riaperture delle attività e dopo l'evento ha continuato a dialogare in chat con gli elettori che gli chiedevano ulteriori chiarimenti.

Al contrario, Trump è apparso spesso in difficoltà, incalzato dalle domande della Guthrie, tanto che ad un certo momento il presidente, quando la giornalista gli ha chiesto di condannare i suprematisti bianchi, ha risposto: "Condanno i suprematisti bianchi, ok?". E quando la Guthrie gli ha chiesto più volte di chiarire la sua positività alla Covid, Trump ha fornito spesso risposte evasive rifiutando di dire, ad esempio, se avesse fatto un test il giorno del suo primo dibattito con Biden.

"Probabilmente l'ho fatto... e ho fatto un test il giorno prima e quello ancora precedente... Forse l'ho fatto,  forse non l'ho fatto".

E ancor peggio è andata quando Trump ha parlato dell'uso della mascherina, sostenendo che "l'85% delle persone che indossano la mascherina si prende il coronavirus".

Insomma, Trump ha cercato di interpretare il solito copione, ma stavolta non ha potuto fare un monologo o impedire al suo avversario di parlare. Ha invece dovuto rispondere a delle domande, e le risposte hanno svelato l'inconsistenza del personaggio e tutti i suoi limiti.

Per quanto riguarda l'altro candidato, per Biden è filato tutto liscio o quasi. L'unica nota negativa segnalata da tutti i media è stato il suo rifiuto nel voler dichiarare apertamente se, una volta eletto, avrebbe poi modificato la composizione della Corte Suprema, aumentando il numero degli attuali 9 giudici, in modo da riequilibrare il prossimo probabile 6-3 che vede i giudici di nomina repubblicana prevalere su quelli di nomina democratica.


Per quanto riguarda la stretta attualità, l'FBI avvierà un'indagine sulle email di Hunter Biden, pubblicate dal New York Post, che dovrebbero dimostrare che Joe Biden avrebbe fatto pressione sulle autorità ucraine per far rimuovere un magistrato che stava investigando sulla società che aveva nel proprio CdA anche suo figlio. 

L'inchiesta, però, intenderebbe verificare essenzialmente se tali email facciano parte di un'operazione di intelligence straniera volta a screditare Biden. 

Ed al riguardo, il Washington Post ha reso noto che l'intelligence Usa lo scorso anno mise in guardia la Casa Bianca sul fatto che Rudolph Giuliani, l'avvocato personale di Trump, potesse essere coinvolto con appartenenti ai servizi segreti russi che stavano cercando di architettare una campagna di disinformazione in vista del voto di novembre. Inutile aggiungere che le email pubblicate dal New York Post provengono da Giuliani.