Anche se provenienti da opposte sponde del mediterraneo, i primi interventi alla VII Conferenza Rome MED Dialogues, promossa annualmente dal Ministero italiano per gli Affari Esteri e la Cooperazione Internazionale e dall'Istituto per gli Studi di Politica Internazionale, concordano nel ritenere il tema migranti centrale tra quelli che i Paesi che si affacciano su questo mare devono affrontare.

Lo è stato nelle parole del premier Draghi, lo è stato nel messaggio inviato da papa Francesco che si trova a Cipro per un viaggio apostolico.

"Quest'anno – ha detto Draghi – c'è stato un numero di sbarchi superiore di sei volte rispetto al 2019. L'Italia non può fare tutto da sola".  È necessario un "maggior coinvolgimento di tutti i Paesi europei, anche nel Mediterraneo. L'Italia continua a promuovere un avanzamento europeo verso una gestione collettiva, in un equilibrio fra responsabilità e solidarietà" affermando la necessità di incrementare "flussi legali di migranti dai Paesi più vulnerabili, che sono una risorsa e non una minaccia per la nostra società". Un richiamo forse anche ai recenti corridoi umanitari che hanno coinvolto numerosi cittadini scappati dall'Afghanistan. ...Il Mediterraneo sia il centro dell'Europa e non invece un confine", perché "non è soltanto un mare o un'espressione geografica: oggi come in passato è un insieme di legami, sociali, economici e culturali".

Come se si fossero accordati, anche il Papa nel suo messaggio ribadisce gli stessi concetti: 

"Tra i diversi problemi che si concentrano sul Mediterraneo – e che esigono una lungimirante visione politica – è estremamente urgente quello migratorio, che mi è sempre stato a cuore e che ha motivato il mio primo viaggio apostolico, nell'isola di Lampedusa, nel 2013. Gli avvenimenti di questi anni confermano sempre più che un intervento efficace può provenire solo da uno sforzo congiunto non limitato ai Paesi frontalieri, ma condiviso anche dai rispettivi Continenti di appartenenza. Nessuno dev'essere lasciato solo nella gestione di questo enorme problema. Tutti devono sentirsi responsabili, perché tutti sono, in realtà responsabili, come ci ricorda, all'inizio della Bibbia, la domanda rivolta da Dio a Caino: “Dov'è tuo fratello?” (cfr Gen 4,9).Il fenomeno migratorio ci dimostra una volta ancora che tutto è connesso e ci avverte che una soluzione stabile richiede un approccio capace di tenere conto dei tanti aspetti ad esso collegati, e che i dialoghi di questa Conferenza possono mettere in luce".

Dato che, sostanzialmente, i punti di vista nell'analizzare il problema concordano, forse è arrivato il momento che il fenomeno migratorio inizi ad essere affrontato con soluzioni concrete che anticipino quelle in emergenza delle ong che operano in mare.