Questo lunedì il vescovo Eric de Moulins-Beaufort, che presiede la Conferenza Episcopale francese, ha letto il discorso conclusivo dei sette giorni di lavori dell'ultima assemblea plenaria della Conferenza Episcopale di Francia che si è tenuta a Lourdes.
Tra gli argomenti trattati, in primo piano, il rapporto della Commissione indipendente sugli abusi sessuali nella Chiesa (CIASE) del cui contenuto la Chiesa francese deve assumersi la piena responsabilità, anche in relazione ai risarcimenti da riconoscere alle vittime.
"Ciò che CIASE descrive - ha detto il vescovo de Moulins-Beaufort - non è la nostra Chiesa. Non siamo diventati sacerdoti per prender parte, anche nostro malgrado, ad atti omicidi. Non siamo cristiani per mantenere un'istituzione che sia un pericolo per gli altri. La nostra reazione come vescovi è stata quella di accettare che il male sia stato commesso. Dobbiamo assumerci la responsabilità del male fatto per liberare dal male chi invece lo ha sofferto, per liberarne la Chiesa perché possa tornare ad essere quella di Gesù di Nazareth".
Da parte della Chiesa francese, l'assunzione di responsabilità sugli abusi sessuali ha delle conseguenze pratiche, che sono state prese e comunicate già nel marzo 2021...
"Abbiamo deciso insieme di chiedere al Papa, poiché siamo stati nominati da lui, di venire in nostro aiuto, inviando qualcuno di sua fiducia ad esaminare con noi il modo in cui abbiamo trattato e trattiamo le vittime e i loro aggressori".
Inoltre, i 120 vescovi francesi riuniti a Lourdes hanno deciso di creare una istanza indipendente che valuterà le richieste di risarcimento delle vittime di abusi sessuali pedofili da parte dei sacerdoti e dei laici all’interno delle strutture ecclesiastiche, e prevedono di vendere alcuni beni immobiliari che fanno parte del patrimonio della Chiesa:
"Dovremo trovare somme ben superiori a quelle che avevamo immaginato – ha detto il presidente della Conferenza dei vescovi francesi -. Venderemo quindi alcuni beni immobiliari della Conferenza episcopale e delle diocesi. Non prenderemo i soldi dalle offerte dei fedeli. Tutti i vescovi hanno accettato di identificare nelle loro diocesi i beni che potrebbero essere venduti".
Oltre alla vendita degli immobili, i vescovi stanno pensando di affidarsi a dei prestiti bancari.