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Moralità e legalità per un’Italia migliore

Moralità e legalità per un’Italia migliore

Nell’Italia di oggi, dove incertezza, flessibilità e precarietà vengono ancora spacciate come necessarie per stimolare l’occupazione e rilanciare l’economia, una verità rimane immutata: se tutti pagassero regolarmente le tasse in misura equa e per quanto dovuto, se corruzione e tangenti fossero definitivamente rifiutate, ogni cittadino avrebbe non solo un maggiore potere d’acquisto, ma anche servizi pubblici più efficienti e maggiori opportunità di crescita.

Il concetto è semplice: se ciascuno facesse la propria parte, l’Italia potrebbe davvero diventare un Paese migliore. Eppure, il problema persiste: chi ha il compito di legiferare e di garantire il rispetto delle norme sembra spesso disinteressato ad un sistema più trasparente e giusto.

Troppo comodo, per una certa classe politica e dirigente, navigare nelle acque torbide della burocrazia inefficiente e delle clientele consolidate, continuando a gravare su lavoratori dipendenti e pensionati in nome del debito pubblico, delle regole europee o di presunti interessi superiori che, alla fine, giovano solo a una ristretta cerchia di persone.

Etichettare qualsiasi intervento come “riforma” non basta. Il vero cambiamento necessario per fare dell’Italia un grande Paese è quello della moralità della classe dirigente, una riforma che non si può decretare per legge ma che richiede il rispetto della legalità, l’uso della coscienza e la pratica dell’onestà da parte di chi gestisce la cosa pubblica.

Questo è il vero indicatore della distanza tra l’Italia e gli altri Stati europei. Questo è il fattore decisivo che ancora manca per trasformare l’Italia in una nazione all’altezza delle sue potenzialità.

Autore Gregorio Scribano
Categoria Politica
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