Tutta la nostra esistenza è un imparare continuo, ma il periodo in cui apprendiamo con maggiore intensità è l’infanzia, in modo particolare la prima infanzia. Per cui è evidente che le difficoltà dii apprendimento si manifestano soprattutto allora.

Un altro periodi ricco di attività intellettiva è poi l’età scolare. Per molti bambini la scuola non presenta gravi problemi, ma per quelli che incontrano difficoltà può diventare un luogo odioso, che ispira tutta una serie di rifiuti e di paure.

Affinché il bambino possa apprendere normalmente sono necessarie alcune condizioni. Prima di tutto, lo sviluppo mentale deve essere adeguato: le anomalie del sistema nervoso si manifestano generalmente nei primi mesi di vita, ma difetti lievi, o molto specifici, come l’incomprensione della parola scritta (dislessia) o dei numeri (discalculia) possono manifestarsi solo più tardi, in età scolare.

Le condizioni fisiche del bambino devono essere buone, in particolare è importante che siano normalmente sviluppati l’udito e la vista. Molti bambini possono mostrare ritardi nell’apprendimento solo perché non vedono bene la lavagna o non riescono a sentire le parole dell’insegnante.

Un altro fattore importantissimo è di ordine psicologico. Il bimbo deve essere circondato da un ambiente tranquillo e stabile, sia in casa sia a scuola. E’ provato, ad esempio, che frequenti spostamenti di abitazione e di scuola possono favorire l’insorgere di problemi emozionali.

Al bambino devono essere offerte tutte le opportunità possibili per apprendere senza limitazioni di tempo e di luogo: a casa, a scuola e mentre gioca.

L’affollamento eccessivo, il non avere uno spazio proprio per giocare e per fare i compiti, l’assenza di un insegnamento che sappia stimolare e guidare l’immaginazione, sono tutti fattori che contribuiscono a creare difficoltà di apprendimento.

Il fatto che un bambino impari lentamente non vuol dire che la sua intelligenza sia scarsa: molti bambini normali possono avere difficoltà a scuola e un comportamento anomalo a casa.

Comunque, in alcuni casi, scarsi progressi nella lettura, nella scrittura, nella pronuncia e nel calcolo aritmetico, accompagnati da anomalie nel comportamento come il rubare o il dire bugie, la pigrizia eccessiva, i mal di pancia inspiegabili e l’abitudine di bagnare il letto, richiedono un sollecito intervento.

Sarà allora il caso di parlarne prima con l’insegnante e con il medico di famiglia. Anche l’aiuto di un bravo psicologo può rivelarsi molto utile. Successivamente potrebbe essere necessario sottoporre il bambino a test volti ad appurarne lo sviluppo fisico e mentale, che prevedono esercizi di lettura, scrittura, calcolo e altre prove attitudinali, nonché esami della vista, dell’udito e della coordinazione muscolare.

I problemi imposti da alcune menomazioni fisiche, come la sordità o la vista debole, su superano facilmente ricorrendo a sistemi di insegnamento opportunamente calibrati per risolvere questi tipi di handicap.

L’intervento indispensabile, ad ogni modo, resta la comprensione dei genitori e la sicurezza di un clima familiare affettuoso e sereno.