Politica

I 5 Stelle cacciano dal Movimento anche i parlamentari che alla Camera hanno detto no a Draghi

Anche dopo il voto alla Camera, continua la furia iconoclasta del capo politico dei 5 Stelle, Vito Crimi, sui parlamentari che non si sono conformati al voto pro Draghi stabilito sulla piattaforma Rousseau, con un quesito però sibillino e, successivamente, smentito dallo svolgimento dei fatti.

Questo è quanto ha pubblicato oggi sui canali social del Movimento:Come già avvenuto al Senato, anche i portavoce del MoVimento 5 Stelle che nel voto di fiducia alla Camera si sono espressi diversamente dal gruppo parlamentare verranno espulsi.Quello sulla fiducia non è un voto come tanti altri. Stabilisce gli equilibri all'interno del Parlamento, determinando i posizionamenti fra maggioranza e opposizione. Chi non ha votato la fiducia a questo governo si è automaticamente collocato all'opposizione, dunque all'opposizione del MoVimento che ha deciso di sostenerlo, ed era perfettamente consapevole delle conseguenze delle proprie scelte.Allo stesso modo di tanti portavoce del MoVimento, anche io in questi anni mi sono ritrovato più volte a dovermi confrontare con situazioni delle quali la mia coscienza mi chiede conto ogni giorno. Più volte ho dovuto scegliere fra le mie posizioni personali e quelle del MoVimento, da sempre orientate alla comunità nazionale che ci onoriamo di servire. Ho scelto queste ultime. L'ho fatto con la consapevolezza che i miei voti non dovevano essere espressioni di un credo personale, ma di una realtà condivisa, di una forza collettiva in grado di perseguire ideali e obiettivi ben più alti dei miei. L'ho fatto con la consapevolezza che ognuno di noi è parte di qualcosa di più grande, e se vuole lavorare in un gruppo, una squadra che insegue quegli obiettivi, deve cedere una parte di sé stesso, rinunciare ai propri egoismi e contribuire alla crescita del valore collettivo. L'ho fatto con la consapevolezza che mentre da una parte rinunciavo a qualcosa, dall'altra vedevo il gruppo raggiungere grandi risultati. E capivo che quei risultati, quei grandi passi avanti compiuti tutti insieme, erano stati possibili anche grazie al mio piccolo passo indietro.Chi in questi due giorni non ha votato la fiducia ha contribuito - involontariamente o volontariamente, non importa - al tentativo di frantumare il gruppo, quella forza collettiva che ci ha portati fin qui. Ha deciso di mettere davanti a tutto le proprie posizioni, imponendo la propria coscienza individuale su quella collettiva, in un voto che di coscienza aveva poco e che rappresentava solo l'avvio, o il non avvio, di un governo.È bene ribadire che quella espressa dal MoVimento non è una fiducia incondizionata, come non lo era quella che abbiamo accordato ai governi precedenti. Faremo la nostra parte, come sempre, lavorando con spirito critico e propositivo ogni giorno, come abbiamo già fatto. Ma per fare questo abbiamo bisogno di un gruppo che sia solido, coeso, consapevole della propria forza e del fatto che solo camminando ancora fianco a fianco i suoi portavoce potranno continuare ad ottenere risultati per la collettività.Chi ha scelto di votare diversamente ha scelto di chiamarsi fuori da questo gruppo, lasciando dei vuoti. Ora le fila vanno serrate, affinché l'azione del gruppo, della squadra, sia ancora efficace.Queste sono le ultime considerazioni che mi riservo di esprimere riguardo al momento attraversato dal MoVimento 5 Stelle, perché credo si debba smetterla di guardarci allo specchio, di commiserarci. Dentro ogni comunità di persone esistono naturalmente dei contrasti, ma non possiamo imporli all'esterno, come qualcuno sta facendo da mesi. Il MoVimento cresce e si evolve, e deve farlo nei suoi spazi. Fuori dobbiamo guardare ai cittadini, al Paese che sta affrontando la più grave crisi economica e sociale dal dopoguerra ad oggi e che il gesto folle di un irresponsabile ha trascinato in una crisi di governo in piena pandemia.Coraggio, serriamo le fila e andiamo avanti.

Ma non solo i 5 Stelle da anarchici movimentisti sono diventati responsabili governativi, ma hanno anche iniziato a far ricorso ai mezzucci della politica (quella peggiore) per far fuori i nemici per giustificare le loro incoerenti giravolte. Vittima predestinata, Alessandro Di Battista accusato già di essersi "appattato" con altre forze politiche, in vista dell'annunciata diretta Instagram per il pomeriggio di domani.

Di Battista, però, ha risposto ricordando le ultime scelte non proprio lineari del Movimento:

"Invito i miei ex-colleghi che hanno scelto legittimamente di passare dal "Sì Conte NO Renzi" al "NO Conte Sì Renzi, Sì Lega, Sì Calenda, Sì Bonino, Sì Berlusconi, Sì Draghi", a non passare (oltretutto coprendosi dietro fantomatiche "fonti") stupidaggini del genere sul mio conto ai giornali. Non ci fate, onestamente, una bella figura. Sono uscito dal Movimento, vivo la mia vita, non mi occupo di correnti, scissioni, nuove forze politiche. Ho solo idee diverse dalle vostre. Rispettatele senza comportarvi da infantili avvelenatori dei pozzi. State al governo? Occupatevi della classe media e della piccola e media impresa. Non di me. Patti chiari e amicizia lunga.P.S. Paragonarmi a Renzi significa paragonarmi ad un vostro alleato di governo".

Oltretutto, lo stesso Crimi - solo pochi giorni fa e non un secolo fa - disse dopo che il Quirinale rese nota la scelta di Draghi come premier incaricato che il Movimento sarebbe andato all'apposizione, mentre ora governa insieme a Gelmini, Brunetta, Carfagna e... Berlusconi, mentre il fondatore del Movimento, Beppe Grillo, saluta l'atterraggio del rover Perseverance su Marte con "Grillini su Marte", parafrasando un ben noto sketch di Guzzanti, divenuto pure un film, che si titolava "Fascisti su Marte".

Grillo voleva forse dire che grillini e fascisti sono la stessa cosa?

Autore Carlo Airoldi
Categoria Politica
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