Una vera e propria "guerra" in atto tra il Governo e i giornali, una situazione imbarazzante che ci ridicolizza in tutto il mondo, l'informazione è un diritto di ogni cittadino e come tale deve essere garantita. Oggi invece si fa il tira e molla, si condanna questo o quel giornale a prescindere, si guarda il colore politico e non il contenuto, un oltraggio anche e soprattutto all'intelligenza dei cittadini che nel 2018 vengono giudicati non in grado di intendere e di volere e soprattutto di scegliere e giudicare in base alle proprie capacità cognitive.


Tutto nasce da un emendamento sul bilancio dello Stato che i Cinque Stelle hanno presentato che andrà nella direzione di diminuire progressivamente, e quindi azzerare, il fondo per l'editoria e i finanziamenti ai giornali. Il provvedimento presentato dal parlamentare Adriano Varrica fa sobbalzare i vertici della Federazione Nazionale della Stampa che da Bari, dove era in programma l’incontro “Democrazia e informazione” organizzato dall'Assostampa lanciano strali all'indirizzo del Movimento Cinque Stelle.


Il presidente Giuseppe Giulietti ha tuonato: «Se il presidente della Repubblica sente la necessità di ribadire per ben sei volte in un mese il valore della libertà d'informazione, vuol dire che c'è qualche rischio sulle nostre teste, e tutti i giornalisti devono difendere la libertà d’informazione da ogni infamia, da ogni aggressione, parolaccia o minaccia. Chi tira una testata contro un cronista sta minando il diritto dei cittadini ad essere informati, - ha spiegato Giulietti – è giusto criticare i giornalisti, ma quando si dice "facciamo una legge sull'Editoria per chiudere i giornali che non ci piacciono" o "chiudiamo il Fondo per l'’Emittenza" buttando centinaia di lavoratori in mezzo a una strada o chiudiamo il Fondo per l'Editoria e buttiamo migliaia di giornalisti a casa, quasi tutti precari, non si fa una critica, si fa una minaccia contro l'articolo 21 della Costituzione».

I provvedimenti del governo costerebbero caro anche in termini di occupazione. Lo ha spiegato il segretario Fnsi Raffaele Lorusso che ha detto: «Se qualcuno pensa che questo Paese si possa reggere economicamente soltanto sul reddito di cittadinanza credo che abbia fatto male i conti, le risorse necessarie per mandare avanti un paese si reggono sul lavoro e sulla produttività, se si cancella dall'agenda politica il tema del lavoro, anche nell'Editoria, credo che il respiro sia molto corto e non si va da nessuna parte». E non basta: «Questo Governo vuole tagliare ogni forma di sostegno, riconosciuto oggi soltanto alle testate che non hanno editori alle spalle ma sono cooperative o a piccoli giornali che sono espressioni di piccole comunità.

Ci preoccupano - ha concluso il segretario della FNSI - i tamburi di guerra che si odono all’orizzonte da parte della maggioranza sia contro le emittenti televisive locali che verso le agenzie di stampa».