La questione dell'Emissions Trading System (EU ETS) sta alimentando un acceso dibattito all'interno dell'Unione Europea. Questo sistema è pensato per limitare le emissioni di gas serra, ma si scontra con un ostacolo: l'erogazione di “permessi a costo zero” a grandi imprese inquinanti. Questo solleva interrogativi sulla sua reale efficacia nel combattere i cambiamenti climatici e sulla sua coerenza con il principio del “pagatore inquinante”.

Questi permessi gratuiti, rilasciati nell'ambito dell’EU ETS, funzionano come licenze che autorizzano le aziende a rilasciare una quantità definita di gas serra gratuitamente. Vengono attribuiti in base a vari fattori, inclusa la storia di emissioni delle aziende e il loro ruolo nell'economia. Sebbene lo scopo sia prevenire la delocalizzazione produttiva verso nazioni meno rigide sul piano ambientale, possono al contempo disincentivare l'innovazione e la riduzione delle emissioni.

Un'indagine del 2023 di CMW ha messo in luce che un piccolo gruppo di grandi aziende inquinanti, meno dell'1% del totale sotto l’EU ETS, come RWE, ArcelorMittal, Eni ed ENEL, è responsabile di oltre la metà delle emissioni complessive. Queste società, nonostante i loro notevoli guadagni, beneficiano in larga misura di questi permessi, evitando di pagare per il loro impatto ambientale.

Nel 2022, i permessi gratuiti assegnati avevano un valore di circa 47,6 miliardi di euro. Questa pratica va contro il principio cardine dell’EU ETS, ovvero il “pagatore inquinante”, mirato a far sì che gli inquinatori sostengano i costi ambientali e sociali delle loro emissioni. Con l'esistenza di questi permessi, le aziende possono continuare ad inquinare senza conseguenze economiche, limitando l'efficacia del sistema nel guidare il cambiamento climatico.

Inoltre, la distribuzione di permessi gratuiti diminuisce i finanziamenti disponibili per progetti di sostenibilità, frenando lo sviluppo di tecnologie ecocompatibili e il supporto a famiglie e PMI nell'adozione di pratiche sostenibili. Ciò ostacola una reale mitigazione dell’impatto climatico.

Il rapporto di CMW sottolinea l'urgenza di riformare l’EU ETS, assicurando che le aziende, a prescindere dalla loro dimensione, contribuiscano in modo equo alla lotta contro il cambiamento climatico. È cruciale colmare le lacune del sistema per garantire che ogni inquinatore si assuma la responsabilità delle proprie azioni, gettando le basi per un futuro più sostenibile.

Fonte: rossodisera.org