Martedì c'è il voto sulla piattaforma Rousseau: c'è da decidere se far partire o meno Giuseppe Conte con il nuovo Governo, supportato dal M5S guidato dal politico sempre più meno capo Luigi Di Maio, e dal Pd guidato dal segretario Nicola Zingaretti.

A dire il vero, per dare un senso al voto sulla piattaforma Rousseau, i 5 Stelle avevano annunciato che sarebbe stato accompagnato dal programma del nuovo Governo, consultabile on-line.

A meno di magie dell'ultim'ora questo programma non sarà consultabile, sempre che non venga sostituito da quello presentato dai 5 Stelle alle elezioni.

Così per appoggiare il sì al nuovo Governo da parte degli iscritti al M5S, Conte ha pubblicato un video promozionale in cui ha invitato i grillini a non gettare via la possibilità di "realizzare il Paese che vogliamo", tanto per sottolineare il suo ruolo di terzietà nel nuovo esecutivo.

Ufficialmente, però, il suo ruolo è super partes, e Conte si è così anche rivolto agli elettori del Pd, anche se non devono votare da alcuna parte, dicendo loro: "Avete, abbiamo davanti una sfida non da poco e capisco bene le vostre perplessità, ma è un'occasione unica per dimostrare che si può riformare davvero, incisivamente il Paese se il vero e autentico obiettivo è il bene degli italiani".


E se il nuovo leader dei 5 Stelle si è rivolto ai grillini per invitarli a votare sì su Rousseau, poteva essere da meno Luigi Di Maio? Ed ecco allora che anche lui si è appalesato su Facebook per rilasciare la sua brava dichiarazione per far saper che sta lavorando per il bene degli italiani per realizzare il programma presentato dai grillini alle elezioni (sic).

Non solo. Di Maio ha fatto poi sapere che il problema vicepremier non esiste più, dimenticandosi però di aver detto in precedenza che non era mai esistito!

Così ne ha spiegato la risoluzione: "Conte è un premier super partes. Se ci fosse stato un vicepremier del Pd, allora doveva esserci anche per il M5s, così che avessero pari rappresentanza. Il Pd ha fatto un passo indietro? Il problema non esiste più. Se ci avessero pensato prima non ci sarebbe stato questo dibattito".


Come si può ben capire, il povero Di Maio continua con le provocazioni per far credere alla piazza che lui conti ancora qualcosa e che abbia un qualche potere decisionale, dispensando rimbrotti e sentenze per far credere che "qui comando io".

Purtroppo per lui, l'effetto che offre è proprio l'esatto opposto, anche in considerazione che dal Pd non ci fanno più neppure caso. Per il Nazareno, il referente per il nuovo Governo è ormai solo il premier incaricato Conte, come fanno capire le parole dello stesso Zingaretti:

"Stiamo lavorando con pazienza e serietà per un governo di svolta vera, quello che serve all'Italia. Per riaccendere i motori dell'economia che nell'ultimo anno si è fermata, per tagliare le tasse sul lavoro e aumentare i salari, investire sulla green economy, sulla scuola e per lo sviluppo economico delle imprese, per modificare i decreti sicurezza. Un governo che cambi radicalmente quello che abbiamo visto fino a questo momento e faccia cose utili per gli italiani. Se si stanno facendo passi in avanti in questa direzione ovviamente siamo contenti e fiduciosi".