"Il problema del Pd non sta nel nome o nel simbolo, ma nella capacità di rappresentare le persone e costruire un progetto coerente e credibile per gli obiettivi per cui è nato: dare diritti a chi ne ha di meno, realizzare una transizione ecologica che tenga insieme le ragioni dell'ambiente con quelle del lavoro, costruire un'Italia più moderna, più forte e più giusta.C'è un problema di credibilità, non di immagine; di sostanza, non di forma; di progetti, non di slogan; di classe dirigente, non di album delle figurine.Ci si riavvicina alle persone parlando dei loro problemi e delle soluzioni che proponiamo, non della nostra immagine. Altrimenti cerchiamo scorciatoie.Anche la classe dirigente va rinnovata nella sostanza, non per slogan: abbiamo donne e uomini nel partito dei territori, amministratrici e amministratori che hanno dimostrato sul campo di saper vincere o comunque di fare la differenza: smettiamola di tenerli in panchina e rendiamoli protagonisti.Le alleanze sono importanti ma l'identità di un partito non si costruisce decidendo a tavolino con chi ti vorrai alleare domani, ma decidendo oggi chi vuoi rappresentare e con quale idea di società.Qualsiasi critica costruttiva al Pd è ben accetta e favorire la partecipazione anche di quanti hanno smesso di votarci o che potrebbero farlo per la prima volta è essenziale. Ma il nostro compito è costruire, non demolire.C'è un'opposizione da organizzare e un'agenda da ricostruire: se nel momento in cui le aziende mettono in cassa integrazione le persone, le famiglie non riescono a pagare le bollette ci mettiamo a discutere non di possibili soluzioni a quei problemi, ma di nomi, simboli, alleanze e costituenti non ci capirà nessuno".
Questo è quanto ha dichiarato questa domenica Stefano Bonaccini, esponente del Partito Democratico e presidente della regione Emilia Romagna.
Bonaccini è indicato come possibile candidato alla corsa alla segreteria del Partito nel prossimo congresso annunciato dal segretario uscente, Enrico Letta.