Esteri

Biden vuole mandare nuove armi offensive a Israele, mentre Netanyahu dice che non riconoscerà mai una soluzione a due Stati. Intanto a Tel Aviv si litiga...

L'ufficio del primo ministro Benjamin Netanyahu ha comunicato che il governo israeliano ha respinto all'unanimità la risoluzione approvata il 10 maggio dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite, che allarga i diritti della Palestina all'interno dell'ONU e incoraggia il Consiglio di Sicurezza a riconoscerla come Stato membro.

Netanyahu ha poi aggiunto: "Non permetteremo loro di creare uno stato terrorista attraverso il quale possano attaccarci di nuovo".

Un'affermazione peraltro non sorprendente, visto che è stata formulata dal premier di uno Stato canaglia che da decenni applica nei confronti dei palestinesi un regime di apartheid e dall'ottobre 2023 ha messo in atto un vero e proprio piano genocida nei confronti della popolazione palestinese residente a Gaza. E non bisogna neppur dimenticare che Netanyahu, così come chi lo ha preceduto nell'incarico, è il mandante di azioni terroristiche compiute in altri Stati.

Pensando alle parole di Netanyahu, quelle che fanno sorridere (amaramente) sono anche le dichiarazioni dei sionisti che, con la bava alla bocca d'ordinanza mentre si battono ripetutamente le dita in testa, danno degli stolti a coloro che, accusati anche di antisemitismo, scandendo lo slogan free palestine auspicherebbero lo sterminio degli ebrei perché promuoverebbero la distruzione di Israele! E ancor di più fanno sorridere le ripetute affermazioni di politici da due soldi che, in risposta al genocidio di un popolo, affermano di essere per la soluzione a due Stati, aggiungendo di essere amici e alleati di uno Stato canaglia come lo Stato ebraico.

Tra questi spiccano, non tanto quelli italiani che - poverini - non contano nulla in generale, ma quelli europei e soprattutto quelli d'oltre oceano, quelli che risiedono negli Stati Uniti, di cui il duo De Rege, Biden - Blinken, costituiscono la massima espressione.

Resta da chiarire chi dei due sia quello che dice all'altro "vieni avanti cretino", ma per il resto l'assurdità di quel che dicono e fanno è perfetto esempio del miglior teatro d'avanspettacolo... roba da sbellicarsi dalle risate, se non fosse che le loro assurdità costano migliaia e migliaia di morti... che loro però pesano solo in voti elettorali, pensando alle presidenziali di novembre.

È per tale motivo che quello "sconvolto" di Biden, dopo aver sospeso una spedizione di 3.500 bombe da 900Kg e 250 Kg, definite armi offensive, perché non è d'accordo con la "banda" Netanyahu sull'operazione di terra a Rafah peraltro già iniziata, adesso chiede al Congresso di approvare una spedizione ad Israele da un miliardo di dollari in armi e munizioni per carri armati, artiglieria... insomma, armi offensive. Pertanto, il presidente degli Stati Uniti sta dicendo a Netanyahu che non può ammazzare i palestinesi facendogli cadere delle bombe in testa, ma può farlo sparandogli con i cannoni (L7/M 68 da 105 mm) di cui sono dotati i Merkava. 

Se questo può aver senso...

Intanto continua il fuggi fuggi da Rafah, che fino ad un paio di settimane fa era il luogo con meno probabilità per i civili palestinesi di essere massacrati. È un esodo verso il nulla del centro e del nord della Striscia, ormai quasi completamente rasi al suolo.

Tra l'altro il nord, che Tel Aviv diceva di essere sotto il suo controllo, adesso è di nuovo teatro di ferocissimi scontri che registrano perdite anche tra le fila dell'IDF, che  ogni giorno continua a macchiarsi di nuovi crimini: oggi un drone ha colpito con un missile una tenda dove delle persone si erano rinite per tentare di collegarsi ad Internet. Almeno quattro i civili fatti a pezzi, tra cui un bambino, decine quelli feriti. 

Che l'ultimo tentativo di cessate il fuoco sia stato mandato a gambe all'aria da Israele, ne è riprova che adesso anche all'interno dello stesso gabinetto di guerra volano stracci, come ne è testimonianza lo scontro odierno tra il ministro della Difesa Gallant che accusa Netanyahu, difeso dagli estremisti Smotrich e Ben Gvir, di non avere strategia alcuna su che cosa fare a Gaza una volta finito il conflitto.

Un'accusa di non poco conto, visto che implicitamente è anche collegabile alla strategia militare che si vuol mettere in atto. Infatti, come ormai a mezza bocca dicono anche fonti militari americane, pensare di collegare la fine della guerra alla totale eliminazione di Hamas è pura fantasia... a meno che la strategia non confessata dello Stato ebraico non sia quella di continuare la guerra all'infinito per assassinare più palestinesi possibile, sperando che i sopravvissuti finiscano per fare i profughi in Egitto. Al momento, però, tale ipotesi per il Cairo equivale ad una vera e propria dichiarazione di guerra.

Ed a tal punto è tesa la situazione che gli estremisti di destra chiedono che Gallant venga estromesso dal suo incarico.

Giovedì e venerdì la Corte dell'Aia (CIG) discuterà la possibile indicazione di misure provvisorie aggiuntive e la modifica delle misure provvisorie già prescritte nei confronti di Israele.

Autore Giuseppe Ballerini
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