Una "vita acida" piena di fame, anfetamine, pensieri e tanta follia
Questa vicenda è raccontata in un divenire introspettivo, in una metamorfosi temporale del protagonista, arricchita da riflessioni personali di Alessandro Di Cavio.
La storia si sviluppa in tre periodi di vita diversi tra loro, ma correlati. Inizia in una periferia di Roma nella metà degli anni ‘60 e continua girovagando tra i quartieri bene della città e il litorale romano fino ai primi anni ‘80, passando dall’adolescenza turbolenta in una periferia difficile, per arrivare all’intervallo della vita militare.
La seconda stagione ha inizio con il primo viaggio vero fuori dall’Italia accompagnato dalla sua Guzzi tra Francia, Spagna, Portogallo e Marocco: profondamente cambiato dal viaggio, il protagonista decide di trasferire la sua vita in una città cosmopolita degli anni ‘80 come Londra. La terza ed ultima stagione, dal 1984 al 1987, inizia con il suo incontro con Tiberio, una persona che lo cambierà radicalmente, e si concluderà con la partenza per l’India: spinto da una ritrovata fiducia nella vita, alla ricerca di una serenità spirituale che lo renda consapevole e complice del suo vivere.
In tutta questa vicenda non ci sono computer e cellulari, ma libri, fumo, acidi, anfetamine, pensieri, eugenetica, guerra ambientale e altro.
"Poteva esserci di tutto, da cicche a pacchetti accartocciati di sigarette, anche siringhe usate o sputi. A quei tempi sputare per terra era fico bah! Una volta nel circolo si accedeva a una sala enorme quanto un garage, con una serie di quindici biliardi, tutti in fila, varie macchinette mangia soldi e anche dei flipper. In una sala appartata si trovavano i tavoli da gioco, (di carte italiane e francesi) dove dei singolari personaggi, in una notte, potevano perdere - se gli andava bene - una macchina, case o negozi (uno di questi era mio padre adottivo). Le luci soffuse e basse che illuminavano i tappeti verdi il più delle volte non riuscivano a tagliare il fumo di sigaretta, che si fissava a mezz’aria. Quasi a stento si vedevano le facce di chi giocava. Delle volte assistevo a partite giocate da professionisti del biliardo, che scommettevano molti soldi su ogni tiro fatto. Non saprei dire se guardavo con più interesse l’azione di quel momento, oppure le loro espressioni cariche di rabbia e disincanto, per le storie esasperate che si
portavano dietro."
"Vita Acida" di Alessandro Di Cavio è stata pubblicata da Il Seme Bianco.