La figura dell'infermiere di famiglia è in rapida ascesa in tutti i paesi più economicamente sviluppati. In Italia si stanno muovendo i primi passi, recependo le indicazioni fornite dall'OMS e supportate sempre di più dalle politiche economiche nazionali e regionali in materia di sanità.

La tendenza all'ottimizzazione delle scarse risorse disponibili e al contenimento della spesa sanitaria, soprattutto ospedaliera fa sì che le strutture tendano a contrarre il più possibile la degenza ospedaliera dei pazienti e a trattarne particolari tipologie (riabilitazione post chirurgica, patologie croniche, anziani ecc) a livello locale e ambulatoriale garantendo per questo scopo una rete locale che coordini gli interventi.

L'infermiere di famiglia è la figura deputata a tale coordinamento: prende in carico il caso, valuta gli interventi assistenziali da porre in essere, richiede eventuali consulenze medico-specialistiche, coordina le attività degli operatori sanitari e si occupa dell'educazione sanitaria del paziente e dei suoi famigliari.

Per questo tale figura deve avere competenze specifiche anche in settori non tradizionalment infermieristici (psicologia, sociologia ecc.) e la sua formazione richiede uno specifico percorso, oggetto di master di primo livello.


RUOLO DELL’INFERMIERE DI FAMIGLIA: è quello di aiutare gli individui e famiglie ad affrontare la malattia e la disabilità cronica, nei periodi difficili, trascorrere una gran parte del suo tempo lavorando nelle case dei pazienti e delle loro famiglie.

Inoltre “l’infermiere di famiglia sarà in grado di informare sui fattori di rischio legati agli stili di vita e ai comportamenti ed assisterà le famiglie in tutto ciò che concerne la salute tramite una individuazione precoce dei problemi sanitari potendo far si che i problemi sanitari emersi nelle famiglie siano affrontati a uno stadio iniziale ....”.

L’infermiere di famiglia, a seguito di una preparazione specifica, sarà in grado di agire sul territorio, conoscerà la mappa dei servizi sociali, avrà la competenza di instaurare un rapporto diretto, non solo con il malato, ma anche con la persona sana, occupandosi delle sue necessità, e aiutandolo insieme con la sua famiglia ad
evitare rischi sanitari.

Gli infermieri di famiglia faciliteranno le dimissioni precoci dagli ospedali, fornendo assistenza infermieristica a domicilio; agiranno da tramite tra la famiglia e il medico di base, sostituendosi a quest’ultimo quando i bisogni identificati sono di carattere prevalentemente infermieristico.

L’infermiere di famiglia svolgerà un ruolo centrale all’interno della comunità durante tutto il continuum assistenziale (come dalle raccomandazioni della Conferenza Europea sul Nursing tenutesi a Vienna 1988).


I suoi compiti sono:
• aiutare gli individui ad adattarsi alla malattia, alla disabilità cronica, ai momenti di stress;
• trascorrere buona parte del suo tempo a lavorare a domicilio dei pazienti e con le famiglie;
• fornire consulenza sugli stili di vita e sui fattori comportamentali di rischio e assistere le famiglie in materia di salute;
• garantire che i problemi sanitari delle famiglie siano curati al loro insorgere, attraverso la diagnosi precoce;
• identificare gli effetti dei fattori socio economici sulla salute della famiglia e richiedere l’intervento della rete dei servizi territoriali;
• promuovere una dimissione precoce assicurando l’assistenza domiciliare infermieristica e costituire il punto di collegamento tra famiglia e medico di medicina generale e sostituirsi a quest’ultimo quando i bisogni identificati sono di carattere prevalentemente infermieristico.


Conclusioni
L’infermiere di famiglia svolgerà un ruolo essenziale per raggiungere il pieno potenziale di salute per tutti, attraverso il perseguimento di due obiettivi principali:
• promuovere e proteggere la salute della
popolazione, lungo tutto l’arco della vita;
• ridurre l’incidenza delle malattie e degli incidenti più comuni e alleviare le sofferenze che questi causano.

I principi etici sono:
• la salute è un diritto umano fondamentale
• equità nella salute e solidarietà nell’azione all’interno delle nazioni e fra di esse e i loro abitanti partecipazione e responsabilità dei singoli, dei gruppi, delle istituzioni e delle comunità per lo sviluppo sanitario continuo.

Per descrivere il ruolo dell'infermiere di famiglia si possono utilizzare 3 teorie:
una teoria dei sistemi, una teoria dell'interazione ed una dello sviluppo.

- La teoria dei sistemi fornisce un utile modo di rappresentare ed analizzare la complessità di una situazione e l'assistenza.
- La teoria dell'interazione incoraggia le considerazioni riguardanti i rapporti infermiere/ paziente e infermiere/famiglia ed i concetti di partnership e lavoro d'equipe, fondamentali nella filosofia dell'assistenza primaria.
- La teoria dello sviluppo o evolutiva è un importante aiuto per capire non soltanto il singolo individuo umano ma anche lo sviluppo della famiglia nel contesto dei principali eventi della vita, comuni a tutti ma variabili in intensità ed impatto a causa di molti fattori complessi. Incoraggia e stimola la consapevolezza e la comprensione delle diverse tappe dello sviluppo degli individui e della famiglia per meglio definire la famiglia stessa.


Bibliografia
o Periodico trimestrale ‘Management Infermieristico’ numero 1/2002 articolo di L.Sasso e L. Ribaldi
o Sorensen-Luckmann “Il Nursing di base” Piccinin
o Bardi L., Fiamminghi M., “Infermiere di quartiere”, tratto da “L’infermiere”, n° 2, febbraio 2001, pp. 10-12;
o Pierantognetti P., Sansoni J., Giustizi M., “La famiglia e le cure, gli infermieri sempre con voi”, tratto da “Professioni infermieristiche”, n° 55, giugno 2002, pp. 145-176