Quello che ancora non capiamo, dopo l'ultima dichiarazione dell'ex PM Capaldo, in commissione parlamentare di inchiesta il 18/07/2024, è il motivo per il quale non si sia immediatamente puntato il riflettore su Marco Accetti.
C'è anche una nuova perizia fonica, anch'essa depositata agli atti della Procura di Roma e della Commissione Parlamentare, che attesta che la voce di Marco Accetti sia riconducibile a quella dei telefonisti Mario e l'americano, sia nel caso Orlandi che nel caso Gregori, ma anche in tutte le telefonate intercorse tra questi e l'Avvocato Gennaro Egidio.

Si tratta quindi di una prova sulla quale sarebbe necessario approntare nuove indagini, fosse solo per capire il contesto nel quale Accetti si colloca ed individuare di conseguenza le sue reali responsabilità, a prescindere da quella di essere stato l'autore di tutte le chiamate.

Sicuramente quello che salta all'occhio dei lettori più attenti e che l'Americano avesse un elemento fondamentale, ovvero la voce di Emanuela Orlandi.
La suddetta voce viene fatta ascoltare nella seconda telefonata dell'Americano con lo zio Mario Meneguzzi e poi, un'altra volta, rinvenuta in una cassetta detta "delle sevizie", depositata da ignoti in via da Dataria (Roma).
In entrambi i casi la voce viene riconosciuta dai familiari, anche per quello che concerne la cassetta delle sevizie (inspiegabilmente spacciata per uno spezzone di un film porno dal SISMI che in un primo momento aveva invece attribuito la voce alla Orlandi).
Da precisare che sul lato "A" della cassetta delle sevizie si può ascoltare la voce di un uomo che legge un comunicato: anch'essa è riconducibile a Marco Accetti.

A questo punto, se è stato appurato che Marco Accetti fosse il telefonista, la domanda successiva è chiedergli chi gli ha dato questo materiale e quale fosse la  reale motivazione del suo operato.

Adesso rimangono da collocare in modo logico gli eventi del caso Orlandi.

Dice Capaldo che i due rapimenti potrebbero avere responsabili diversi ma che comunque possono essere trattati insieme. 
Fa anche un preciso riferimento a circa 53 ragazze che scomparvero a Roma, soltanto nel 1983.  Ci sta dando un'indicazione precisa?

Se la pista internazionale era solo una copertura per fare in modo che lo IOR restituisse i soldi ai legittimi proprietari, e che venisse distolta l'attenzione sulla pista bulgara (come fece anche Ali Agcà illuso da una promessa di una improbabile liberazione) Capaldo unisce i due casi lasciando intendere 2 cose:

1) Indagate sulle ragazze scomparse a Roma nel 1983;
2) Emanuela e Mirella Gregori unite ma forse con diversi responsabili.

Capaldo afferma che il rapimento di Emanuela Orlandi avvenne per una sorta di "favore" chiesto a De Pedis da Mons. Vergari. 
De Pedis si mise in azione, con alcuni membri della banda della Magliana e mai coinvolgendo questa direttamente, per il rapimento della ragazza: la cosiddetta "bassa manovalanza".

Secondo molti però fu proprio Marco Fassoni Accetti ad organizzare la logistica degli eventi, come mai? E ancora, se non fosse stato lui, chi lo incaricò di telefonare e come fece a reperire il materiale di Emanuela (la voce) e di Mirella (la lista dei vestiti)?

Una probabile risposta potrebbe essere trovata nei legami che Marco Accetti avrebbe potuto avere con il Vaticano, con un ipotetico ruolo di fiducia che ricopriva all'interno di un gruppo di prelati ristretti, a tal punto da essere reputato idoneo e uomo di fiducia, per organizzare sia il depistaggio del rapimento, nel senso strutturale, ma anche le successive azioni di pressione grazie proprio ai telefonisti.
Accetti poteva benissimo muoversi attraverso ogni struttura malavitosa come la Magliana e i Lupi Grigi, con i quali non mancano elementi per sapere che li aveva incontrati. 

Si trattò forse di un'altro depistaggio, questa volta messo in piedi dal Vaticano con il tacito consenso della famiglia?

Accetti fece quindi da scudo verso il Vaticano di Papa Wojtyla, per consentirgli di agire meditatamente contro il governo sovietico facendo 8 appelli pubblici e suscitando clamore planetario?

Emanuela fu "prestata" a questa messa in scena?

Emanuela, secondo Accetti,  sarebbe dovuta tornare a casa nel giro di pochi mesi, giusto il tempo di fare un po' di sceneggiata mediatica, ma dopo che il Presidente Pertini non concesse nessuna grazia, nonostante le pressioni del Papa, qualcosa andò storto!

Pietro Orlandi conosceva Accetti già nel 1983 e quindi anche la messa in scena?

Sotto uno stralcio di una loro conversazione:

ACCETTI: Del periodo mestruale di tua sorella ne sapevano solo i familiari stretti, chi di loro me lo avrebbe raccontato? Il tuo negazionismo esagerato, il rigorismo di pretendere la perfezione ti ha rovinato. Io ho portato infiniti indizi e prove. il 5×100 di questi era sufficiente per istruire in processo. Tu fai il gioco dei giudici, nel non accettare tale realtà.

ORLANDI: Se proprio vogliamo, mia madre ne parlò i primi tempi, non era più una cosa strettamente famigliare. Sbaglio o anche tu i primi tempi mi facesti una telefonata, quando io mi fidavo di tutto e tutti e soprattutto della buona fede e della tua volontà nell’aiutarci, e ti parlai di quel fatto perché tu stesso avevi dubbi, come se ne avesti sentito parlare?”.

Avrebbe quindi ragione il dottor Capaldo quando dice che Marco Accetti e non è un personaggio liquidabile, e a tal proposito si vuole ricordare che:
L'Avv. Gennaro Egidio era l'avvocato di Orlandi, di Gregori e anche di Jeannette Bishop (del giallo dei sibillini). 
Quest'ultima, la
Bishop secondo la testimonianza di Marco Fassoni Accetti è legata al caso Orlandi.
Infatti, una delle sei persone accusate per la scomparsa della Orlandi, il gruppo di laici e religiosi di cui faceva parte Accetti, che nel 1983 fecero il sequestro simulato di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori, decise di effettuare un'operazione ai danni dello IOR e di altre numerose figure religiose per fermare i finanziamenti anticomunisti di Giovanni Paolo II. Jeannette fu una delle donne scelte per accusare Marcinkus di violenza sessuale, poiché era solita frequentare salotti dell'alta nobiltà, ma la sua morte bloccò il piano.

Ricordiamo inoltre che la famosa lettera delle 2 belle more: 
"Non cantino le due belle more per non apparire come la baronessa e come il ventuno di gennaio martirio di S. Agnese con biondi capelli nella vigna del Signore"
secondo una perizia calligrafica è attribuibile a Marco Accetti

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Ai posteri l'ardua sentenza