Nel 2016, fu il 52 per cento il numero dei britannici che decise di votare per l'uscita del Regno Unito dall'Unione europea. Ma negli ultimi due anni, dopo negoziati infruttuosi e il timore che tutte le meraviglie prospettate dai fautori dell'uscita non fossero poi così reali, l'ago della bilancia del barometro che registra l'umore britannico pare aver decisamente puntato la propria direzione verso la volontà di rimanere nell'Unione.

Per tale motivo a Londra, questo sabato, centinaia di migliaia di sudditi di sua maestà si sono dati appuntamento presso Hyde Park per sfilare fino alla sede del Parlamento.

Che cosa chiedono? Mostrando cartelli di insulti contro la Brexit e sventolando bandiere dell'Europa vogliono un nuovo referendum che possa farli esprimere sui termini di uscita dall'Ue.


Una manifestazione non organizzata da un partito, ma a cui molti politici di provenienza diversa hanno deciso di partecipare.

Un modo per esercitare pressione sul primo ministro Theresa May in una fase di stallo dei negoziati che, a poco più di cinque mesi dalla scadenza prefissata, non sembrano poter escludere la possibilità di un'uscita dall'Unione senza accordi, una "hard Brexit".

In linea con i sostenitori della Brexit che sostengono che un secondo referendum scatenerebbe una grave crisi costituzionale, la May ha escluso la possibilità che in Gran Bretagna si possa celebrare un nuovo referendum sull'argomento.

Questo, però, lo ha dichiarato prima di conoscere il numero impressionante di persone che hanno partecipato alla manifestazione.