Uno degli esempi più famosi dell'antica scultura greca, la Venere di Milo è immediatamente riconoscibile per le sue braccia mancanti e si ritiene che rappresentasse Afrodite, la dea greca dell'amore e della bellezza, che era conosciuta dai romani come Venere.

L'opera d'arte fu scoperta nel 1820 sull'isola egea di Melos (chiamata anche Milos). Un guardiamarina della marina francese, Olivier Voutier, la cui nave era ancorata nel porto di Melos, un giorno decise di ammazzare il tempo andando a riva alla ricerca di antichità. Mentre scavava vicino alle rovine di un antico teatro, Voutier notò che un contadino locale, che stava rimuovendo pietre da un muro vicino per usarlo come materiale da costruzione, sembrava aver trovato qualcosa all'interno del muro.

Indagando, Voutier apprese che l'agricoltore aveva localizzato la metà superiore di una statua di donna. Riconoscendo la statua come potenzialmente significativa, il francese, con l'aiuto del contadino, ritrovò la sua metà inferiore non molto lontano.

Voutier raccontò ai suoi superiori della scoperta e i francesi acquisirono l'opera d'arte, che divenne nota come la Venere di Milo, per una somma relativamente modesta. Arrivò in Francia nel 1821 e fu presentato a Luigi XVIII, che lo donò al Museo del Louvre, dove risiede tutt'oggi.

Il Louvre inizialmente promosse la Venere di Milo come un capolavoro dell'era classica greca. Ora, tuttavia, si ritiene che la Venere di Milo sia stata prodotta intorno al 100 a.C., in un periodo successivo noto come età ellenistica. Originariamente scolpita in due blocchi di marmo, poi montata insieme, la statua si erge 6 piedi e 7 pollici dalla testa ai piedi ed è la creazione di un artista di nome Alexandros di Antiochia, di cui si sa poco.

Per quanto riguarda gli arti mancanti della Venere di Milo, si è da tempo affermato che furono distrutti nel 1820 durante uno scontro sulla riva di Melos, mentre i marinai francesi e turchi si contendevano il possesso dell'opera d'arte.

Ma, in effetti, la maggior parte degli studiosi oggi crede che le braccia della scultura fossero già mancanti quando fu trovata da Voutier e dal contadino. (Mancano anche i gioielli in metallo che gli studiosi dicono che decorasse le braccia, la testa e le orecchie della statua nei tempi antichi, così come la vernice colorata su viso, capelli e drappeggi.) Rimangono speculazioni sulla posa originale della Venere di Milo, sebbene l'evidenza suggerisca che una volta teneva una mela nella mano sinistra.


Con il contributo di Le Pietre Srl