In un discorso tenuto sabato nei pressi del confine rumeno, il primo ministro ungherese Viktor Orban ha descritto come decisivo per il futuro dell'Europa il voto del 2019 per il rinnovo del Parlamento europeo.

Prima di capirne il perché, facciamo un breve "ripasso" per ricordarci chi sia Orban.

Fidesz, partito di cui è il presidente e che in Ungheria ha saldamente la maggioranza delle preferenze, demonizza il miliardario statunitense George Soros, insieme alle Ong da lui sostenute. Tra le limitazioni alle libertà e ai diritti civili chiesti da Fidesz e approvati dai governi di Orban vi è anche quello relativo alle associazioni no profit che sono accusate di incoraggiare l'immigrazione illegale.

La teoria che Orban ha fatto digerire al popolo ungherese e che gli "illuminati" di altri Paesi - in Italia, Lega e Fratelli d'Italia - cercano di diffondere all'estero è che esista un disegno di George Soros per promuovere l'immigrazione di massa in modo da minare e distruggere la cultura cristiana europea.

Come Salvini, per il quale è un esempio da seguire, Orban ha con la Russia ottime relazioni diplomatiche, tanto da far costruire a quel Paese una centrale nucleare in Ungheria, e per tale motivo ha ripetutamente criticato le sanzioni dell'Ue imposte alla Russia dopo l'annessione della Crimea voluta da Putin nel 2014.

Che cosa ha detto questo sabato Orban? Che l'élite politica occidentale dell'Unione europea non è riuscita a bloccare l'immigrazione musulmana ed è tempo di andare oltre. "L'élite europea è visibilmente nervosa", ha detto Orban.

"Il suo grande progetto di trasformare l'Europa, per consegnarla ad un'era post-cristiana in cui le nazioni non esisteranno più, potrà essere fermato nelle prossime elezioni europee. Il nostro interesse primario è fermare questa trasformazione."

Secondo Orban il prossimo voto per rinnovare il Parlamento europeo deve dimostrare che esiste un'alternativa alla democrazia liberale, che ha accusato di aver operato in modo non democratico nell'Europa occidentale, intollerante nei confronti di opinioni diverse.

"La democrazia cristiana non è liberale, è illiberale!" ha detto Orban.

A differenza della democrazia liberale, la democrazia cristiana rifiuta il multiculturalismo e l'immigrazione e, oltre ad essere anticomunista, difende i valori cristiani.

"Siamo di fronte ad una svolta - ha concluso Orban. - Stiamo per dire addio non solo alla democrazia liberale... ma all'élite del 1968", alludendo all'ondata di nazionalismo che sta contagiando e contaminando molti Paesi europei, e l'Italia su tutti.

Venerdì, Orban ha accolto con favore la fondazione del Movimento anti-UE da parte di Steven Bannon, l'ex braccio destro del presidente degli Stati Uniti Donald Trump, per promuovere il voto nazionalista e anti-immigrazione alle elezioni europee del prossimo anno.