La Commissione Antimafia così come è attualmente concepita serve a poco. Sistemerà il solito parlamentare (scelto tra color che son sospesi) nella casella di Presidente e i vari componenti che, una volta eletti, avranno un titolo di cui fregiarsi.

Nella realtà si tratta di un organo con funzione essenzialmente auditiva di magistrati e forze dell’ordine e che in concreto così come è concepita oggi apporterà ben pochi vantaggi alla lotta contro le mafie. Avremmo bisogno di un ripensamento della stessa  e di un suo adeguamento alle continue metamorfosi mafiose.

Negli ultimi trent’anni non ricordo una Commissione che abbia inferto alla mafia colpi degni di menzione speciale e non ricordo grandi relazioni che abbiano fatto evolvere gli studi e le conoscenze scientifiche sul fenomeno mafioso. Agli iniziali reboanti proclami sulla lotta alla criminalità fanno seguito poi le classiche audizioni che purtroppo raramente apportano qualcosa di effettivamente nuovo.

La nuova Commissione Antimafia dovrebbe, a mio avviso, tener conto di tre esigenze: 1) essere presidio statale in grado di assumere funzioni anche gestionali; 2) garantire un’adeguata partecipazione di veri esperti e dell’ associazionismo civico; 3) assicurare unitarietà, scientificità, organicità e tempestività degli interventi in materia.

La nuova Commissione dovrà approfondire la conoscenza del fenomeno mafioso con studi scientifici e documentazione di livello internazionale soprattutto in quelle nuove aree d’interesse che rivestono una particolare importanza nel contrasto alla criminalità organizzata transnazionale. Dovrebbe occuparsi di individuare nuovi metodi e moderne strategie di lotta preventiva e repressiva. Elaborare un’efficace politica antimafia volta a incidere sulla capacità d’infiltrazione della criminalità nel tessuto economico legale. Sarà così? 



Vincenzo Musacchio, criminologo forense, giurista, associato al Rutgers Institute on Anti-Corruption Studies (RIACS) di Newark (USA). È ricercatore indipendente e membro dell’Alta Scuola di Studi Strategici sulla Criminalità Organizzata del Royal United Services Institute di Londra. Nella sua carriera è stato allievo di Giuliano Vassalli, amico e collaboratore di Antonino Caponnetto, magistrato italiano conosciuto per aver guidato il Pool antimafia con Falcone e Borsellino nella seconda metà degli anni ottanta.