La risoluzione con cui l'Algeria raccomandava all'Assemblea Generale che lo stato di Palestina fosse ammesso come membro permanente dell'Onu è stata bocciata dal Consiglio di Sicurezza con 12 voti a favore (Algeria, Russia, Cina, Francia, Guyana, Sierra Leone, Mozambico, Slovenia, Malta, Ecuador, Sud Corea, Giappone), 2 astensioni (Gran Bretagna e Svizzera) e il no - decisivo - degli Stati Uniti.

Attualmente, la Palestina è uno "Stato osservatore permanente" presso le Nazioni Unite, che le consente di partecipare a tutti i procedimenti dell’Organizzazione, ad eccezione del voto sulle bozze di risoluzione e sulle decisioni nei suoi organi e organismi principali, dal Consiglio di Sicurezza all’Assemblea Generale fino ai suoi sei comitati principali.

Per l'ammissione di nuovi Stati membri è necessario l’accordo dell’Assemblea generale dell’ONU e del Consiglio di sicurezza.

Ogni domanda di adesione all’ONU viene presentata al Segretario Generale dell’ONU e poi inoltrata al Consiglio di Sicurezza, composto da 15 membri, e, nel caso di valutazione favorevole, all’Assemblea Generale. 

Per quanto riguarda la richiesta relativa alla Palestina il processo si è pertanto interrotto.

Hamas ha condannato il veto americano al Consiglio di sicurezza dell'Onu con un comunicato, in cui il movimento di resistenza  palestinese dichiara che assicurerà "al mondo che il nostro popolo proseguirà nella sua lotta fino alla creazione di uno Stato palestinese indipendente e pienamente sovrano con Gerusalemme come capitale".

Anche l'Autorità Palestinese guidata da Abu Mazen ha criticato il veto degli Usa, bollandolo come una "palese aggressione" che spinge il Medio Oriente sull'orlo dell'abisso: "Questa politica aggressiva degli Stati Uniti nei confronti della Palestina, del suo popolo e dei suoi diritti legittimi rappresenta un palese attacco al diritto internazionale e un incoraggiamento alla continuazione della guerra genocida contro il nostro popolo (…) che spinge ulteriormente la regione sull'orlo del l'abisso".   



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