Bisogna essere onesti e dare a Cesare quel che è di Cesare. Utilizzando come ostaggio prima i migranti di Aquarius e poi quelli di Lifeline, il ministro dell'Interno Salvini, che al seguito ha trainato nell'impresa anche l'alleato della maggioranza ed il governo, ha ottenuto di innescare una crisi di governo in Germania che potrebbe portare quel Paese al voto anticipato.

Una crisi, oltretutto va ricordato, tra due partiti alleati: CDU e bavaresi della CSU! Il ministro dell'Interno Horst Seehofer (CSU), non vuole saperne di fare aperture in relazione all'accoglienza di nuovi migranti in Germania. Qualsiasi revisione dell'attuale legislazione (sia dell'Europa che del governo tedesco) che possa prevedere la possibilità di valutare in Germania lo status di rifugiato di un migrante giunto in un altro Paese dell'Unione, da parte di Seehorf è ritenuta inaccettabile.

La posizione della Merkel, invece, è di apertura. Apertura sulla base della quale vorrebbe discutere un nuovo piano di accoglienza in Europa, in base alle richieste già avanzate la scorsa settimana dal premier italiano Conte, nell'incontro che si è tenuto a Bruxelles.

Visto però quanto sta accadendo in queste ore in Germania, dove alcuni rappresentanti dell'SPD non escludono il ritorno alle urne, sembra molto difficile che nel prossimo Consiglio europeo il tema di come gestire in futuro i migranti che arrivino in Europa possa essere trattato in modo da fornire soluzioni più eque sia in relazione all'accoglienza che alla ripartizione.


Le tensioni all'interno del governo avevano bloccato anche la situazione della nave della Ong Mission Lifeline, al largo delle acque maltesi. Da 24 ore la nave era in attesa di un via libera da parte di Malta per consentirne l'attracco a La Valletta. Ma il mancato ok da parte della Germania nel farsi carico di una quota dei migranti a bordo, come invece avevano fatto altri Paesi europei, ha portato il governo maltese a ritenere che fosse meglio attendere, piuttosto che dover poi farsi carico di qualche migrante in più.

Le condizioni del mare, nel frattempo, sono peggiorate. Il mare è agitato e le onde sono alte. Per tale motivo il capitano della Lifeline ha chiesto a Malta di avvicinarsi alle loro coste, ricevendo in risposta delle coordinate per il nuovo posizionamento della nave.


A questo punto, la nave della Mission Lifeline è in acque maltesi, ma non è stata ancora autorizzata all'attracco. L'odissea dei naufraghi, pertanto, sembra che debba continuare. Per tale motivo, la Ong tedesca ha pubblicato il seguente comunicato stampa in cui ricorda che sono 6 giorni che i migranti sono a bordo, e che la missione di salvataggio è stata effettuata osservando il diritto internazionale.


With more than 200 people on board, today is day 6 for the LIFELINE stucking at sea, with deteriorating weather conditions and an increasingly fragile health situation of the rescued people.

According to media reports, a solution to this deadlock was close as several EU states negotiated with Malta to open the ports and to distribute the people to different EU states. Several countries and communes offered to take people, in Germany after Berlin now Schleswig Holstein offered to welcome people rescued by the LIFELINE crew as well. But the German Interior Minister Horst Seehofer is blocking any solutions since, fighting the inner power play of his party on the back of people’s lives and safety.

Axel Steier, co-founder of Mission Lifeline, comments: if the situation on the ship will escalate in the next hours due to exhaustion and weakness of the people rescued and the overall worsening weather conditions, it is entirely the responsibility of Mr Seehofer to bare the consequences. He acts like a German version of his Italian colleague Mr. Salvini and makes the German government complicit to non-assistance to persons in danger.”

In the last days there has been a number of false accusations that LIFELINE ignores orders by different MRCCs, therefore it is important to underline that the only order the ship denied was to hand over people to the so-called Libyan Coastguard, as this would have been not in line with the Geneva Refugee Convention and therefore criminal. After request to the Libyan authorities which Port of Safety they could head to, the ship received the reply to disembark in Tripoli, which would have been a breach of the principle of non-refoulement, therefore it is important to state that LIFELINE obeyed all instructions received from different maritime authorities as long as it was in compliance with international law.