Sabato 27 Maggio 2023 si è svolto il convegno “I care! Mi sta a cuore”. L’eredità pedagogica di Don Milani. Celebrazioni a cento anni dalla nascita”.
Nell’aula magna dell’Istituto Marconi Galletti di Domodossola è stata ricordata la figura del sacerdote docente, scrittore ed educatore cattolico. Il programma della giornata al Marconi Galletti si è aperto alle ore 9 con l’accoglienza e il saluto da parte della dirigente del Primo Circolo di Domodossola Patrizia Taglianetti. Il convegno è stato organizzato con il patrocinio del Comune di Domodossola e dell’Anpe Piemonte, Associazione Nazionale Pedagogisti italiani.
Ha aperto i lavori l'intervento delle insegnanti Caterina Brunelli e Sabrina Spadone della primaria Don Milani, dal tema “Un’esperienza di scrittura collettiva”. A seguire: “Sortirne insieme”: la scuola di Barbiana come stella polare della scuola italiana, a cura di Simone Consegnati, coordinatore e formatore di “Tuttoscuola” e docente universitario Lumsa -Roma. Il terzo intervento è stato dedicato a “L’esperienza di Barbiana”, a cura di Paolo Usellini, Dirigente Scolastico Istituto Sacro Cuore di Novara e Presidente regionale di Anpe (Associazione pedagogisti italiani). Infine, “Don Milani, prete tra obbedienza e profezia” a cura di don Andrea Mosca, parroco di Pernate. Come bellissimo gesto è stata consegnata la guida turistica “Domodossola, la città dei bambini” alle autorità presenti.
"Don Milani diceva "I care" e il suo motto è divenuto universale. Il motto di chi rifiuta l'egoismo e l'indifferenza".
Così Sergio Mattarella ha ricordato il sacerdote pedagogo, l'insegnante dei più poveri, ed entra nel dibattito sul merito che tanto sta animando la politica di questi mesi, contrapponendo destra a sinistra. Il presidente della Repubblica ha ricordato la figura di don Milani da Barbiana in Toscana dove aprì una scuola per i giovani del luogo, figli di contadini poveri e con pochi strumenti per emanciparsi. La celebrazione e il ricordo di Don Milani in Italia e nel mondo sono state un invito a riflettere sull'importanza della Costituzione che ci porta a "levare le mani di tasca e ad agire".
Una profezia religiosa accanto a quella civile con la convinzione che "la mancanza di cultura sia un ostacolo all'evangelizzazione e all'elevazione sociale e civile del popolo". Non una celebrazione storica scontata. In Lettera a una professoressa, don Lorenzo sottolineava con forza il ruolo fondamentale che l'istruzione ha per la piena umanizzazione e per l'emancipazione dalla povertà e dallo sfruttamento. Certo, una scuola deve in qualche modo valorizzare i meritevoli, cioè riconoscere l'ampiezza dei talenti di ciascuno.
È compito sicuramente della scuola, ma per far questo c'è un passo prima da compiere, cioè mettere tutti nelle stesse condizioni di poter realizzare appieno i propri talenti. Agostino Burberi è stato uno dei ragazzi di Barbiana, anzi, il primo. Al microfono di Vatican News ha raccontato ciò che ha vissuto accanto a don Lorenzo. La sua è una testimonianza di come l'esempio del priore continui a sollecitare tanti ad impegnarsi per una scuola diversa e una società migliore.
Sul tavolo della scuola di don Lorenzo Milani c'erano sempre due libri, la Bibbia e la Costituzione "anzi c'era sempre il Vangelo, perchè lui sosteneva che il Vangelo è il libro più importante del mondo. Poi c'era la Costituzione che lui diceva essere il compromesso più alto, fatto da ideologie diverse, per andare avanti nel nostro Paese. E l'altra cosa sempre presente erano i libri di Gandhi che ci ha insegnato come è riuscito con la disobbedienza civile, non con le armi, a liberare il suo popolo, l'India, dagli inglesi". Oggi oltre al problema di insegnare la lingua il problema vero è quello della cultura. Il segreto della scuola e dell'insegnamento, per riattualizzare oggi dinamicamente don Milani, è "voler bene ai ragazzi".